Papa Francesco ha accolto in Vaticano il cardinale George Pell, dopo 404 giorni di prigionia per accuse definite “infamanti”. Sullo sfondo, la rivalità con Becciu.
Tra Francesco e il porporato australiano la cordialità è venuta all’evidenza anche di fronte alle telecamere, che hanno fotografato l’ampio sorriso e la forte stretta di mano intercorsa tra i due. Il colloquio riservato tra i due è durato mezz’ora. Papa Francesco avrebbe fin da subito testimoniato al cardinale Pell il “grande dispiacere per l’accanimento che ha subito”.
Pell ha vissuto 13 lunghi mesi di carcere, che ha vissuto scrivendo le sue memorie in un libro che a breve verrà pubblicato anche in Italia. L’Alta Corte australiana ha infatti prosciolto il cardinale dalle accuse definite infamanti. Ora è arrivata l’udienza con Bergoglio che di fatto lo riabilita dopo la cacciata dal ruolo di ministro delle finanze vaticane. Anche se si ritiene improbabile il ritorno a incarichi in Vaticano.
Dopodiché, c’è stata la “caduta” di quello che ormai viene da tutti dipinto come il suo “acerrimo nemico”. Ovvero il cardinale sardo Giovanni Becciu. Alla fine dell’incontro vaticano, Pell ha spiegato che “è andato molto bene”. Il Papa ha parlato dei mesi di prigionia del porporato australiano, detenuto in isolamento e sorveglianza elevata riservata ai reclusi per abusi su minori dopo mesi di processi tanto giudiziari quanto mediatici, come di una “testimonianza”.
“In questi giorni di Quaresima abbiamo visto la persecuzione che ha subìto Gesù e come i dottori della Legge si sono accaniti contro di lui”, disse Papa Francesco subito dopo la notizia del proscioglimento di Pell.
“È stato giudicato sotto accanimento, con accanimento, essendo innocente”, ha continuato il Pontefice. “Io vorrei pregare per tutte le persone che soffrono una sentenza ingiusta per l’accanimento”. Tuttavia, il fatto che Pell ritorni a Roma proprio nel momento successivo allo scandalo delle finanze vaticane, che ha portato alla defenestrazione di Becciu, per il segretario di Stato della Santa Sede, il cardinale Parolin, è pura casualità.
L’acceso antagonismo tra Pell e Becciu era sorta con un’accusa di disonestà fatta dall’australiano all’italiano proprio di fronte al Papa, durante una riunione. Se Becciu si è poi detto dispiaciuto per la vicenda di Pell, il secondo si è dichiarato ben lieto per la rimozione del cardinale sardo da parte di Francesco.
Con un comunicato Pell ha addirittura ringraziato il Papa “eletto per pulire le finanze vaticane. La partita è lunga e bisogna ringraziarlo e fargli le congratulazioni per gli ultimi sviluppi”, si legge. Nelle scorse settimane c’è anche chi ha parlato di un’influenza privilegiata che Becciu avrebbe avuto con i media nel raccontare la vicenda di Pell. Ora viene fuori anche un versamento da fondi vaticani su un conto in Australia per sostenere gli accusatori del cardinale australiano. Tanto che il legale di Pell ha annunciato la richiesta di “un’indagine internazionale“.
Il Papa, tuttavia, era sempre stato abbastanza sicuro dell’innocenza dell’australiano. Al momento dello scoppio dello scandalo, Francesco non aveva accettato le dimissioni del porporato ma si era limitato a lasciarlo in un periodo di congedo.
Giovanni Bernardi
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