Da quest’anno il Santo Natale sarà un giorno festivo per l’Iraq. Un segno che anticipa il viaggio apostolico di Papa Francesco, previsto nel marzo 2021.
La decisione, che porta ufficialmente e per sempre la festa del Natale nel Paese, è stata presa con un voto all’unanimità dal Parlamento iracheno. La proposta era infatti già stata formulata negli scorsi mesi. Ora è stata resa pubblica al termine di un incontro tra il Patriarca caldeo, il cardinale Louis Raphael Sako, e il Presidente iracheno Barham Salih.
Già dallo scorso 17 ottobre Sako aveva invitato il presidente a presentare un disegno di legge in questa direzione. Quest’ultimo, di sua risposta, aveva sottolineato il ruolo delle comunità cristiane nella ricostruzione del Paese. Da anni infatti l’occupazione jihadista di Mosul e di ampie regioni del nord Iraq ha duramente messo a prova questa terra.
Ora, la gioia e la gratitudine del Patriarca, per questa notizia di grande speranza, è tangibile. Tutto comincia nel 2008, quando le autorità politiche irachene avevano aperto a questo importante riconoscimento, anche se soltanto “una tantum”, e nemmeno su tutto il territorio del Paese.
Nel 2015 è arrivato il riconoscimento del 25 dicembre festa nazionale da parte del governo di Baghdad, consegnando perciò un giorno di riposo alla minoranza cristiana. Due anni fa il governo iracheno aveva poi elevato il Natale a celebrazione pubblica, sia per cristiani che per musulmani. Lo scorso anno invece, da parte sua, il cardinale Sako aveva invitato alla celebrazione del Natale in maniera sobria, stando il più possibile alla larga da conviviali pubblici.
Un segno di vicinanza dovuto alle tante famiglie drammaticamente colpite durante gli scontri di piazza che in quel periodo stavano destabilizzando il Paese. Ora finalmente è arrivata la conferma definitiva. Il Natale, la nascita del Signore Gesù, il Salvatore, diventa festa nazionale e ufficiale per l’Iraq. Così è arrivata la benedizione del cardinale Sako, che ha invocato per tutti la ricompensa di Dio.
L’evento assume ancora più importanza alla luce del prossimo viaggio di Papa Francesco, che ha scelto proprio la martoriata terra irachena per la ripartenza dopo i lunghi mesi di blocco dovuto alla crisi del Coronavirus. Dal 5 all’8 marzo, infatti, il Pontefice riprenderà i suoi pellegrinaggi internazionali proprio in seguito all’accoglienza dell’invito della Repubblica d’Iraq e della Chiesa cattolica locale.
In quella occasione il Papa, come riportato dalla Sala Stampa della Santa Sede, “visiterà Baghdad, la piana di Ur, legata alla memoria di Abramo, la città di Erbil, così come Mosul e Qaraqosh nella piana di Ninive”. Che quest’anno avranno la possibilità di accogliere il capo della Chiesa di Roma proprio dopo avere celebrato, il 25 dicembre, la nascita del cuore della Chiesa stessa. Vale a dire di quel Gesù Bambino e della sua tenerezza, dolcezza e misericordia infinita.
Giovanni Bernardi
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