Oggi 9 maggio: Sant’Isaia, il maggiore dei Grandi Profeti di Israele

Sant’Isaia rimase per tutta la sua vita fedele al Signore: la sua grandiosa missione di profeta nacque da una visione in cui entrò in contatto con dei cherubini. 

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Sant’Isaia, il maggiore dei Grandi Profeti di Israele – photo web source

Isaia fu discendente della casa reale di Davide ed è considerato il maggiore dei cosiddetti “Grandi Profeti” di Israele, vissuto ben ottocento anni prima di Gesù. Si dice che abbia avuto una vita lunghissima e che sia morto da martire.

Isaia fu un grande profeta e fedele agli occhi del Signore

Nacque infatti in una nobile tribù d’Israele nel 770 a. C. circa, e Dio stesso lo mandò per rivelare al popolo infedele e peccatore la fedeltà e la salvezza del Signore, per compiere cioè la promessa fatta da Dio a Davide.

“Isaia fu un grande profeta e fedele agli occhi del Signore. Il sole tornò indietro nei di lui giorni e molti altri egli aggiunse alla vita del re. Vide il fine dei tempi per un gran dono di Spirito, e consolò quelli che piangevano Gerusalemme”, è scritto nell’Ecclesiastico.

Una visione originò la consapevolezza della sua missione di profeta

Fu una visione a fare crescere in lui la consapevolezza della sua missione di profeta. Vide il Signore seduto sopra un gran trono nel tempio, circondato da cherubini. Uno di questi prese dall’altare un carbone acceso e toccò la bocca di Isaia con il carbone. “Ecco che questo ha toccato le tue labbra, e sarà tolta la tua iniquità e sarà lavato il tuo peccato”, gli disse.

Sarà poi il Signore stesso a parlargli direttamente, invitandolo a predicare al suo popolo. Lui, Isaia, in risposte predicò la parola di Dio sotto i re Ozia, Giatan, Acaz, Ezechia, Manasse, e quest’ultimo lo richiamò al culto dell’unico vero Dio e al pentimento dei suoi peccati.

La bellezza e la chiarezza delle sue profezie, anche sull’arrivo di Gesù

Il sovrano, adirato per le sue parole, lo condannò a morte e venne ucciso segato in due, soffrendo un tremendo supplizio. Per questo gesto truce Manasse subì il castigo che gli era stato predetto. Tutte le profezie di Isaia, infatti, erano di una assoluta chiarezza, tanto da farle assomigliare a una storia riportata piuttosto che a una predizione del futuro.

Isaia raccontò quali furono le minacce di Dio al popolo di Israele e ai popoli vicini per i loro peccati, alludendo spesso alla venuta del Liberatore fin nei dettagli, all’interno dei sessantasei capitoli del suo Libro di Profezie: dalla nascita alle opere fino alla sua Passione. Le sue parole furono di una chiarezza e di una bellezza esemplare.

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Vide la caduta di Israele in coincidenza dell’avanzata dell’impero assiro verso ovest. Fu contrario all’alleanza di Ezechia con gli Egiziani e contro il potere crescente degli Assiri, profetizzando al sovrano la distruzione del regno. Il suo invito rivolto agli uomini era quella di non cercare alleanze tra loro, ma al contrario di rivolgersi solamente a Dio.

Giovanni Bernardi

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