Altro no per la famiglia di Indi, la bimba affetta da una grave malattia, a cui è negata anche la possibilità di morire a casa.
La Corte inglese rifiuta l’appello per la piccola Indi. Lunedì avverrà il distacco dei supporti vitali per la bambina.
L’Appello dei genitori di Indi Gregory per impedire il distacco delle macchine che la tengono in vita è stato rifiutato. Lo hanno deciso i giudici inglesi al termine dell’udienza di oggi. Il termine per il distacco dei supporti vitali è fissato a lunedì. La notizia arriva da Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus, e dall’avvocato Simone Pillon, che stanno seguendo gli sviluppi del lato italiano della vicenda in contatto con i legali inglesi e la famiglia della piccola.
Ripercorriamo la dolorosa vicenda.
La famiglia Gregory, aveva fatto richiesta al tribunale dell’autorizzazione al trasferimento della loro bambina, all’ospedale Bambino Gesù di Roma che si era offerto di prenderla in carico.
L’ottenuta cittadinanza italiana per Indi, lunedì nel corso di una seduta lampo del Consiglio dei ministri di Giorgia Meloni, avrebbe dovuto facilitare questa possibilità che, tuttavia, il giudice ha negato.
Gli avvocati hanno fatto sapere che il Console italiano a Manchester, in qualità di giudice tutelare, ha emesso un provvedimento di urgenza dichiarando la competenza del giudice italiano e autorizzando l’adozione del piano terapeutico proposto dall’ospedale Bambino Gesù di Roma e il trasferimento della minore a Roma.
Ha anche nominato un curatore speciale per gestire le procedure. Il decreto è stato comunicato al direttore generale dell’ospedale britannico, al fine di favorire la auspicabile collaborazione tra le autorità sanitarie dei due Paesi ed evitare un conflitto di giurisdizione.
È in corso di discussione l’Appello sulla possibilità di trasferire la giurisdizione del caso di Indi a un giudice italiano. L’udienza è iniziata alle 13 (ora italiana) e di conseguenza il termine per il distaccamento dei supporti vitali è stato prorogato fino all’esito dell’udienza. L’avvocato della della famiglia di Indi ha terminato la sua difesa e l’udienza è ripresa alle 14. C’è attesa per la sentenza.
La storia della piccola INDI
Indi Gregory ha solo otto mesi ma è affetta da una rara malattia mitocondriale. Mamma Claire e Papà Dean non si arrendono alla malattia. Lottano e cercano un futuro, una speranza per la loro amata figlia. Nessun genitore si arrende di fronte a una malattia inguaribile di un figlio, eppure a decidere la resa per loro ci ha pensato l’Alta Corte di Londra.
La coppia di genitori avevano trovato una fioca luce in fondo al tunnel. L’Italia patria che crede nella vita e lotta contro ogni speranza sempre e in ogni circostanza si è messa in gioco. L’ospedale Bambin Gesù di Roma si è offerto di prenderla in cura. Non era una promessa di guarigione ma una scommessa contro la morte! I giudici Eleanor King e Peter Jackson non solo hanno respinto la richiesta ma ha disposto la sospensione della ventilazione artificiale che tiene in vita la piccola. L’Italia però non si è arresa, è intervenuta la Premier che ha convocato d’urgenza il Consiglio dei Ministri e si è deciso di concedere la cittadinanza italiana alla piccola e ora inizia la corsa contro il tempo per tenerla in vita.
Un elenco già troppo lungo
Il caso segue altri che si sono verificati di recente: come Charlie Gard, Alfie Evans e Isaiah Haastrup. Anche per loro l’Alta corte ha disposto la sospensione delle cure vitali e questo sarebbe il loro “miglior interesse”. Ovviamente non è questa la sede per accusare un sistema legislativo ma di certo eventi come questo fanno sorgere troppe domande. Un adulto che è affetto da una malattia inguaribile che chiede la “dolce morte” si può condividere o no ma di certo si può comprendere ma quando la Legge decreta la morte di un innocente ci sta stretto. Perché non tentare? Perché opporsi alla volontà dei genitori? È forse frutto di una mentalità efficentista che calcola il valore delle persone non per quello che sono ma per i costi che comporta prendersene cura?
Il momento storico che stiamo vivendo ogni giorno ci mette di fronte a una dura realtà. Quanti crimini vedono vittime i bambini? Sempre troppi. Uccisi da chi li dovrebbe proteggere, abusati da chi li dovrebbe promuovere, torturati e dilaniati da soldati, sfruttati per arricchire i potenti. A troppi innocenti sono tarpate le ali, rubato il futuro, strappata la speranza. Nessuno di noi ci sta, neanche Papa Francesco. Ecco perché oggi 6 novembre mentre la Gran Bretagna rinuncia alla vita di una sua figlia, Papa Francesco ha invitato settemila bambini nell’Aula Paolo VI.
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Momento di incontro e di confronto durante il quale è presentato anche il libro “L’Enciclica dei bambini” libro scritto da Padre Enzo Fortunato e Aldo Cagnoli. La Prefazione è scritta da Papa Francesco che rivolgendosi ai bambini di tutto il mondo si presenta come un nonno che fa di tutto per consegnare loro un mondo più bello e buono. È indispensabile mobilitare le nostre coscienze e chiederci chi siamo e dove stiamo andando o altrimenti il Papa da solo non potrà donare ai nostri figli un mondo più buono e bello.