In questi giorni è arrivato alla Camera, un vero e proprio scherno alla civiltà che secondo molti punta non solo a dividere i malati dalle famiglie, ma a pianificare un vero e proprio sistema mortale nel nostro Paese.
Sempre più infatti purtroppo sta avanzando la cultura della morte, ma Papa Francesco pochi giorni fa è stato estremamente chiaro a riguardo.
I primi commenti da coloro che avversano questo testo affermano che si tratta di un mostro giuridico letale per i disabili, dove oltre ad allontanarli dalle famiglie esautora anche i medici stessi dai loro compiti affidando in tutto e per tutto ai giudici potere di vita e di morte sulle persone.
Si tratta del testo unificato sul suicidio assistito, e ora sarà la Corte costituzionale che dovrà esprimere il suo parere sulla ammissibilità del referendum sull’omicidio del consenziente, che in maniera molto ipocrita è stato denominato “Disposizioni in materia di morte volontaria medicalmente assistita”.
Si tratta del risultato di sette proposte di legge d’iniziativa di deputati e ha come relatori due esponenti del Pd e del Movimento 5 stelle. La legge è composta di nove articoli e fin dall’inizio si comprende come ci sia dietro nient’altro che l’obiettivo della soppressione non di malati terminali ma dei disabili.
L’articolo 3 afferma infatti che può richiedere di morire anche chi sia affetto “da una patologia irreversibile e con prognosi infausta” oppure da una “condizione clinica irreversibile, che cagioni sofferenze fisiche e psicologiche che la persona stessa trova assolutamente intollerabili”.
Un vero e proprio scempio che mostra come la cultura della morte stia drammaticamente prendendo sempre più piede anche nelle istituzioni pubbliche. Si tratta di un modo in sostanza di aprire all’eutanasia nell’ordinamento giuridico italiano, che arriva in contemporanea a due commemorazioni di forte impatto pubblico.
La prima, il 9 febbraio, morte di Eluana Englaro e giornata nazionale dedicata ai cosiddetti stati vegetativi, la secondo invece l’11 febbraio, ovvero la festa della Madonna di Lourdes e la giornata mondiale del malato. Due date in cui siamo chiamati a riflettere sul senso della vita e della morte.
D’altronde in Europa la stessa cultura della morte sta prendendo sempre più piede, come ad esempio con la legge sull’eutanasia introdotta in Olanda e in Belgio circa 15 anni fa, che inizialmente presentava tutta una serie di vincoli e garanzie pian piano smantellate una dietro l’altra. Facendo crescere in maniera aberrante il numero di pazienti che ricorrono all’eutanasia, tra cui persone depresse e sempre più giovani, oppure uomini e donne fragili e anziani.
Di certo, si è già sicuri che la legge avrà probabilmente un iter lungo e travagliato. Proprio nei giorni scorsi era infatti intervenuto sul tema, indirettamente, nientemeno che Papa Francesco durante l’udienza generale, affermando che “non c’è un diritto alla morte. Dobbiamo accompagnare alla morte, ma non provocare la morte o aiutare chi ha deciso di suicidarsi”.
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Francesco ha infatti ricordato che “va sempre privilegiato il diritto alla cura e alla cura per tutti, affinché i più deboli, in particolare gli anziani e i malati, non siano mai scartati”. “La vita è un diritto, non la morte, la quale va accolta, non somministrata. E questo principio etico riguarda tutti, non solo i cristiani o i credenti”, ha ribadito con energia Bergoglio.
Parole che non lasciano dubbio e che ci invitano a stare molto attenti a confondere “l’aiuto” con una deriva che porta all’uccisione di una persona, in maniera a dir poco inaccettabile. C’è infatti “un problema sociale ma reale: quello di pianificare, tra virgolette, non so se è la parola giusta, accelerare la morte degli anziani”, ha affermato il Papa. facendo luce sulla terribile cultura dello scarto che spesso ha denunciato.
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“Questo è disumano. Questo non è aiutarli. Questo è spingerli più presto verso la morte. E questo non è umano né cristiano”.
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