L’annuncio del presidente dell’Istat: nel 2021 si scenderà sotto le 400 mila nascite. Intanto la priorità del governo è l’aborto sempre più facile.
Le parole terrificanti del ministro Roberto Speranza, che parlano della possibilità di abortire in casa e di nascosto grazie alla diffusione sempre più libera e semplice della pillola abortiva Ru486, stonano ancora più incredibilmente se si guarda ai dati sulla demografia. In Italia, nella storia repubblicana e secondo alcuni ancora prima, non si è mai registrato un numero così basso di nuovi nati.
Un crollo demografico di cui organizzazioni cattoliche come il Forum delle Associazioni Familiari parlano di tempo, ma di fatto totalmente sparito dai radar delle priorità della politica. L’unica misura presa dall’attuale esecutivo è stata quella di approvare modifiche alle linee guida sull’aborto farmacologico, velocizzando e semplificando questa tremenda pratica.
La tendenza negativa prosegue in Italia dal 2009. A partire da quell’anno le nascite sono calate di circa un quarto. Prima della pandemia, a gennaio 2020, il calo era dell’1,5 per cento rispetto all’anno precedente. Ora a fine anno ci si aspetta numeri ancora più negativi, dato tutto il periodo di paura e incertezza dovuto al Coronavirus.
Il demografo e presidente dell’Istat dal 2019 Gian Carlo Blangiardo al Corriere della Sera ha mostrato una situazione ben desolante. “Fare previsioni è difficile, ma temo che nel 2021 potremmo scendere sotto le 400 mila nascite”, sono le sue affermazioni. A rincarare la dose ci pensa il presidente del Forum della Associazioni Familiari Gigi De Palo.
“Tra un po’ saremo talmente pochi che crollerà tutto. Ma che ci frega tanto noi continuiamo a fare #bonus. #aseegnounico subito altrimenti è game over”, ha affermato con un tweet. Il rischio insomma è che l’Italia, di questo passo, si diriga verso una vera e propria estinzione. Il calo delle nascite è drammatico. Ma invece di sostenere la famiglia, si pensa all’aborto.
Dall’approvazione della legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza, quarantadue anni fa, ogni donna può abortire entro i primi 90 giorni di gestazione. I numeri che conseguono a questo scempio umano sono drammatici.
L’agenzia di stampa Dire ha provato a mettere in fila i numeri si parla di ben 0 mila interventi all’anno, in una fascia d’eta’ compresa tra i 15 e i 49 anni. Insomma, in Italia, ogni anno, vengono praticati nientemeno che ottantamila aborti. L’età media delle ragazze che si sottopongono all’aborto va dai 20 ai 35 anni. Per cui, il tragico dato di fatto è che molto spesso questa triste realtà riguarda ragazze anche giovanissime, ventenni.
Il terzo degli aborti, invece, viene purtroppo praticato da ragazze straniere. E contrariamente a quanto si potrebbe, spesso, pensare, ad abortire maggiormente non sono le lavoratrici ma le casalinghe, o comunque donne con un basso titolo di studio.
“Dobbiamo rendere compatibili lavoro e maternità, con un maggiore coinvolgimento dei padri”, ha invece spiegato Blangiardo. Bisogna quindi fare in modo che le nuove famiglie permettano ai futuri genitori di avere aspettative di vita almeno dignitose. Così si potranno mettere al mondo figli.
Una questione di cultura, che di certo non potrà risolversi continuando a rendere l’aborto sempre più libero e facile. Preghiamo il Signore per le anime di chi si macchia dell’orrendo crimine dell’aborto.
Che il Signore faccia in modo che siano sempre meno le persone che decidano di percorrere questa triste strada resa sempre più facile dai nostri governanti, sempre più dimentichi del bene comune e del valore unico e insostituibile della vita umana.
Giovanni Bernardi
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