La storia del piccolo Jaxon Emmett Buell è un manifesto pro vita: nato con una anencefalia, sarebbe dovuto morire dopo pochi giorni, invece ha appena compiuto un anno.
Nel periodo della gravidanza i medici hanno avvertito i coniugi Buell che il loro nascituro era in grave pericolo di vita: presentava i segni di una anencefalia, una malattia che colpisce un bambino su 4859 negli stati uniti e che nella maggior parte dei casi porta alla morte del feto o del bambino subito dopo il parto. Dato il rischio elevato i medici hanno consigliato alla donna di abortire per non mettere a rischio la propria vita, ma lei e suo marito, da sempre contrari all’aborto, hanno deciso di ignorare il consiglio e la coraggiosa madre ha portato a termine la gravidanza. Jaxon è nato con parto cesareo di 4 chili e ottocento grammi ed ha compiuto da poco, contro ogni previsione, un anno di età.
Jaxon sarebbe dovuto morire dopo il parto, i genitori: “Felici di non aver abortito”
Sebbene il bambino abbia superato ogni aspettativa di vita, la sua esistenza è tormentata da problemi fisici: il piccolo presenta deformità evidenti in testa (gli manca parte dell’encefalo e della volta cranica) ed ha costanti e continui dolori dovuti alla sua condizione genetica. A due mesi dal parto il piccolo è stato portato in un ospedale di Boston specializzato in neurologia pediatrica dove è stata effettuata una nuova diagnosi dalla quale risulta che la sua patologia è in realtà una idrocefalia e gli è stata prescritta una cura che permette di alleviare i dolori patiti ogni giorno.
Nonostante le difficoltà ed il timore continuo che prima o poi Jaxon non possa passare la notte, i genitori sono contenti di aver preso la decisione di non abortire: “Cerco di rimanere positiva per il 99 per cento del tempo – dice la madre – poi c’è l’1% che sa che domani potremmo svegliarci e che Jaxon potrebbe non aver passato la notte. So che ogni giorno potrebbe essere l’ultimo per mio figlio”.
Luca Scapatello