Lorenzo Cherubini, per tutti da sempre Jovanotti, parla della fede ed esprime le sue più profonde convinzioni e riflessioni da credente.
Da decenni tutti conoscono Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti per la sua musica, ma non tanto per le sue convinzioni religiose. Nei giorni scorsi il cantante nato musicalmente come rapper negli anni Ottanta ha rilasciato una lunga intervista per il Corriere della Sera e sono varie le dichiarazioni circa la sua personale visione della fede.
Nato in una famiglia credente e cresciuto nei pressi della basilica di San Pietro dal momento che il padre era un dipendente vaticano, Jovanotti non ha mai espresso apertamente la sua posizione di cattolico, ma in realtà afferma di esserlo.
Il suo legame con la Chiesa è stato forte fin dall’infanzia e adesso, giunto all’età di 58 anni, fa emergere il suo lato spirituale e le sue più intime convinzioni. Molti non si sarebbero aspettati certe affermazioni, che hanno lasciato sorpresi, ma certamente sono frutto di percorso di fede cresciuto nel tempo, come avviene per tutti.
Jovanotti e la fede: le dichiarazioni che non ti aspetti sull’importanza di credere
Alla domanda secca e diretta dell’intervistatore Jovanotti ha affermato di credere in Dio. “La penso come Jung: conviene credere. Funziona. Se non credi in Dio, in cosa credi? Nel mercato? Nella tecnologia? È bello credere, è bello pensare di essere figli di qualcuno” ha affermato il cantante.
Potrebbe sembrare una visione un po’ utilitaristica, puntando alla convenienza, di certo fortemente razionale. Di sicuro fa emergere una consapevolezza, una percezione profonda, che al di fuori di Dio non c’è salvezza e nemmeno pace.
Jovanotti continua sostenendo “Credo nell’assoluto più che nella dottrina. Ma fin da bambino mi affascinano la liturgia, i paramenti“. Il fascino della liturgia coinvolge anche lui che di uno stile anticonformista e scanzonato è sempre stato icona.
A chi gli dice che la fede non è una scelta ribatte il contrario. “È una scelta, ed è anche un lavoro, dettato dal destino. Sono un illuminista riluttante. Ho fatto il liceo scientifico, ho una formazione razionale. Ma lascio la porta aperta al mistero, anzi spalancata. E ci passa una corrente travolgente”.
Cherubini pone l’accento sull’aspetto della volontà nel credere, che certamente ha un ruolo, ma che come sappiamo, va di pari passo e non può prescindere dalla grazia divina: la fede è un dono che si può volere e accogliere nella propria libertà.
Il rifiuto di cantare Imagine e la trascendenza della Chiesa
Nel raccontare la sua visione della fede Jovanotti racconta un episodio. Una volta Saviano gli propose di cantare Imagine, la famosissima canzone di John Lennon. Lui però si rifiutò per un motivo ben preciso. “Non voglio cantare un mondo in cui non esista la religione. Un mondo senza religioni sarebbe peggiore, perché la fede è la cosa più umana di te. Significa far parte di qualcosa di più grande, in cui ti fondi. Il punto non è liberarsi delle religioni; è liberarci” ha affermato.
La canzone Imagine, infatti, esprime un ateismo di fondo, o più che altro un panteismo tanto di moda anche oggi nella società neopagana in cui viviamo. Tutto questo Jovanotti lo rifiuta. La fede rende pienamente umani: è il riconoscimento di una realtà che molti ignorano. Senza fede l’essere umano è mancante di qualcosa, perchè è da Dio che veniamo.
La libertà a cui fa cenno è infatti la vera e piena libertà che l’uomo acquisisce solo nella fede e nel rapporto con un Dio personale, Creatore e Padre per amore.
La sua riflessione prosegue sulla Chiesa. Riconosce l’Istituzione e si lascia alle sue personali considerazioni sul papa : “Il Papa è un monarca. Un’istituzione. Umanamente, Francesco mi piace, mi diverte, mi emoziona. Gli si vuole bene“.
Medita poi sul ruolo della Chiesa, su quale deve essere la sua missione e su cosa deve effettivamente dare all’umanità. “L’idea che la Chiesa si debba trasformare in una onlus non mi pare del tutto condivisibile. La Chiesa è trascendenza. È la presenza di Dio nella storia” sostiene con fermezza. Sono parole chiare che delineano il suo pensiero e ce lo fanno conoscere con stupore, forse, ma certamente positivo.