Kobe Bryant: “Ho trovato forza nella fede”. Ricordiamo con questa frase simbolo della sua vita l’atleta scomparso, insieme alla sua figlia 13enne.
photo web source: facebook.itUn incidente con il suo elicottero: così è morto il cestista Kobe Bryant, insieme alla figlia 13enne e ad altre 7 persone che erano con loro.
Ieri una tragedia nei cieli degli USA: il cestista del NBA, Kobe Bryant è morto, schiantandosi al suolo con il suo elicottero, insieme alla figlia 13enne, Gianna Maria, e ad altre 7 persone che erano a bordo con loro. Una tragedia che ha colpito l’intero modo dello sport, non solo americano, ma mondiale.
Un campione olimpico che ha avuto la forza di ritrovare la propria fede quando ha dovuto affrontare un’accusa di stupro. Infatti, pochi sanno della sua fede cattolica e, soprattutto, di come questa l’abbia aiutato nei momenti più difficili della sua vita.
Nato a Philadelphia, Kobe Bryant è cresciuto in una famiglia cattolica, e da piccolo ha anche vissuto in Italia. Entrato nell’NBA a 17 anni, ha sposato Vanessa Laine nella chiesa cattolica romana di St. Edward a Dana Point, in California. Nel 2003, Kobe Bryant è stato accusato di aver stuprato una donna in una stanza d’albergo mentre si trovava in Colorado per un intervento chirurgico.
Il cestista ha ammesso di aver avuto rapporti sessuali con la donna, ma ha negato lo stupro. Alla fine un giudice ha fatto cadere le accuse, ma la donna ha intentato una causa civile contro Bryant.
Durante questo momento buio della sua vita, Bryant si è rifugiato nella fede: “L’unica cosa che mi ha aiutato davvero durante quel processo – sono cattolico, sono cresciuto come cattolico, i miei figli sono cattolici – è stato parlare con un sacerdote. È stato quasi divertente. Mi ha guardato e mi ha detto: ‘L’hai fatto?’, e io ‘Ovviamente no’.
Poi mi ha chiesto: ‘Hai un buon avvocato?’, ed io ‘Sì, è fenomenale’. Al che lui ha detto solamente questo: ‘Lascia stare, vai avanti. Dio non ti darà nulla che tu non possa affrontare, e ora è tutto nelle sue mani. È una cosa che non puoi controllare, quindi lascia stare” – ha dichiarato in un’intervista.
La forza nella fede, la capacità di riconoscere i propri sbagli e ripartire da zero, chiedendo perdono a tutto, in primis a Dio, per ciò che aveva commesso. Segno di chi, da vero peccatore, si è pentito ed è ritornato indietro.
Ieri la sua morte in un incidente. Preghiamo per lui, per sua figlia e per tutte le altre persone morte nell’incidente con lui: Perché le loro anime trovino pace e quel posto sicuro sotto la protezione di Maria Vergine.
ROSALIA GIGLIANO
Fonte: aleteia.org
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