“La scrivania non fa per te, puoi venderla; non aspettare la gente che bussa, devi cercare i poveri”, aveva detto Papa Francesco all’Arcivescovo Konrad Krajewski, quando lo nominò Elemosiniere di Sua Santità.
Quello che riveste Monsignor Konrad Krajewski, è un compito molto importante, a cui il Papa ha voluto dare, sin da subito, la giusta rilevanza, poiché è il principale mezzo attraverso cui si definisce e si attua, proprio a nome del Pontefice, l’assistenza ai poveri e ai bisognosi.
Una missione importantissima, quindi, che da anche la misura della carità del Vaticano e della sua attenzione alle persone indigenti.
L’Arcivescovo polacco, che se ne occupa adesso, ha 54 anni ed ha completamente rinnovato l’Elemosineria apostolica.
Negli ultimi tempi, questa, si era ridotta ad un ufficio, che effettuava qualche donazioni e inviava benedizioni apostoliche su pergamena.
L’Arcivescovo Konrad Krajewski, ora, ha preso seriamente in parola la volontà di Papa Francesco, nel voler dare nuova vita a quell’ufficio, realizzando diverse iniziative, che sono sotto gli occhi di tutti i fedeli, come un dormitorio per i senzatetto della zona di San Pietro, con docce annesse.
Ma l’Elemosiniere sembra si sia proprio immedesimato al massimo nel suo nuovo incarico, tanto da aver deciso di alloggiare nel suo ufficio, proprio per cedere il proprio appartamento ad una intera famiglia di rifugiati.
La buona e caritatevole azione non si è esaurita con una sola famiglia, ma, a rotazione, Monsignor Konrad Krajewski ha continuato ad ospitare le famiglie, finché non trovassero lavoro e lasciassero l’abitazione ad altri più bisognosi e via dicendo.
“Da qualche settimana sono arrivate altre famiglie e, la cosa bella, per la prima volta in casa mia è nata anche una bella bambina. E io, lo confesso, mi sento una specie di nonno, uno zio. E’ la vita che continua, dono di Dio”, aveva detto in un intervista.
Un esempio, quello dell’Arcivescovo, che da speranza alla chiesa intera, che dovrebbe tenere sempre al centro dell’attenzione le persone che sono in difficoltà e, per loro, oltre alle preghiere, offrire quanto posseggono, come il Vangelo insegna.
Antonella Sanicanti