La Passione di Gesù Cristo nei suoi ineffabili dolori e nella sua umiliazione sino alla morte di Croce, è la luminosissima rivelazione di quello che era l’uomo caduto nel peccato. Per l’orgoglio anche lui, come satana, peccò, perdendo la grazia originale, e Gesù si umiliò, fatto obbediente per riparare l’umana disobbedienza. È impossibile valutare l’umiliazione del Verbo di Dio nel farsi uomo per obbedire al Padre che lo donava.
Dall’immensità dell’umiliazione e dell’obbedienza riparatrice, possiamo ponderare la gravità del peccato non solo di Adamo, ma dei nostri peccati, per i quali il Verbo di Dio incarnato ha riparato.
Seguendo la scia dei principali peccati mortali, ne possiamo vedere la gravità nell’incarnazione e nella Passione di Gesù Cristo. Supremo Re e padrone di tutte le cose, incarnandosi si è fatto povero. Infinita purezza nell’assunta umanità, è stato flagellato crudelmente per riparare i peccati di lussuria. Per riparare i peccati di pensiero, è stato coronato di spine. Per riparare i peccati di violenza e di ira, è stato immolato come agnello mansueto.
Ha sostenuto l’assunta umanità, elemosinando il cibo, e col digiuno nel deserto ha espiato i peccati di gola, fin sulla Croce, abbeverato di fiele e di aceto. Si donò vittima d’amore, inchiodato sulla Croce, per riparare gli abusi dell’umana libertà. Espiò per l’uomo schiavo di passioni obbrobriose, nella sua straziante agonia. Crocifisso, subì la morte comminata all’uomo per il peccato, e per le sue piaghe e i suoi dolori ci ridonò la vita della grazia perché meritassimo la vita eterna.
Il Crocifisso, luminosissima rivelazione di quello che era Dio, Uno e Trino, per la Vittima divina che gli si immolava; Potenza che redimeva abbattendo il regno di satana¸ Sapienza eterna umanata che s’immolava, agnello di Dio, più, infinitamente di più delle vittime che s’immolavano nel Tempio per adorarlo e ringraziarlo, invocandone misericordia per i peccati, e confessarlo unico e vero Dio. Il Crocifisso, Amore, perché nell’atrocità della Passione e del Calvario c’era il dolcissimo amore che si donava a Dio, e l’infinita carità che redimeva gli uomini.
La Vittima, il Verbo che si era incarnato in Maria per opera dello Spirito Santo, dell’eterno Amore, s’immolava nello Spirito Santo, per la perfettissima unione alla volontà divina, amore infinito al Padre per lo Spirito Santo. A piè della Croce, Maria. La Vittima che si immolava era suo Figlio, per Lei si era incarnato, Ella lo aveva donato al mondo, e nel suo immane, materno dolore era proclamata dal Figlio suo morente madre di tutti gli uomini, madre della novella umanità. Nel proclamarla Madre, Gesù compiva l’opera sua; compiendola arricchiva Maria novellamente dei meriti suoi, in previsione dei quali Ella era la immacolata, la benedetta fra le donne.
Il Crocifisso, la Croce, la Passione, la morte, il dolore di Maria, ineffabile mistero, che intenderemo solo in Cielo, beandoci in esso con eterna felicità.
don Dolindo Ruotolo