Non tutti sanno che l’origine della bevanda che va per la maggiore, è legata a un frate cappuccino, da cui deriva il nome stesso.
Il cappuccino è una delle bevande di più largo consumo che al mattino accompagna il risveglio di milioni di italiani, ma in pochi conoscono chi lo ha inventato.
Si tratta del frate Marco D’Aviano. Il suo nome forse può non dirci nulla, ma in realtà ha molto a che fare col cappuccino. Scopriamo insieme il perché.
È una delle bevande più richiesta, specialmente al mattino quando si ha voglia di fare una colazione ricca e sostanziosa. Lui è il cappuccino, il mix perfetto fra latte e caffè, accompagnato dalla sua inconfondibile schiuma. Chi di noi non ne ha mai bevuto uno. In Italia è una bevanda che prendiamo prevalentemente al mattino ma, in altre parti del mondo, il cappuccino lo si prende anche durante la giornata.
Il cappuccino: un’origine molto particolare
Ma qual è la sua storia? Davvero si parla solo di abbinamento di latte e caffè o c’è dell’altro? In realtà c’è molto di più e la storia si unisce anche a quella di un frate, guarda caso, dell’ordine dei cappuccini.
La storia è stata approfondita in un articolo comparso sul “National Catholic Register” da parte di una giornalista francese. La stessa, infatti, ha ricostruito e trovato la storia del legame fra questa famosa bevanda e un frate, tale Marco d’Aviano. In realtà, il religioso si chiamava Carlo Domenico Cristofori, era nato il 17 novembre 1631 ad Aviano, vicino Venezia. Il suo ingresso in convento come novizio nel 1648 e la professione dei voti l’anno successivo, durante il quale ha preso il nome di Marco.
La storia di fra Marco D’Aviano
E fin qui, nulla di particolare. Ma cosa c’entra la storia del cappuccino in quanto bevanda? Il religioso, nel corso della sua vita, ha contribuito alla conversione di molti cuori, ma l’unione con la creazione del cappuccino vede diverse versioni.
La prima, è quella strettamente legata alla battaglia di Vienna: “La teoria più diffusa è che dopo la presa dell’accampamento turco, al termine della battaglia, i soldati imperiali hanno trovato centinaia di sacchi di caffè, insieme ad altri tesori. L’amarezza del prodotto, allora sconosciuto in Occidente, non piaceva ai soldati, per cui il Beato Marco ha consigliato loro di mescolare la bevanda con un po’ di latte per addolcirla” – scrive la giornalista Solène Tadié nella sua ricerca.
Da lì, anche, l’abbinamento di colore della bevanda “cappuccino”, anche con il colore dell’abito dei frati: marrone per il caffè e bianco (il cordone) per il latte.
Una seconda versione
Ma c’è anche un’altra versione, questa volta a darla è Ugo Spezia, scrittore e autore del libro “Memorie di terra e d’acqua. Note di storia e cultura del Veneto dalle origini alla caduta di Venezia”.
Così scrive: “Alcuni commercianti greci e serbi, che già conoscevano bene questa bevanda, hanno sequestrato i sacchi di caffè abbandonati dopo la battaglia e hanno aperto le prime caffetterie a Vienna. In quell’occasione hanno creato una nuova bevanda calda a base di latte e caffè, più adatta al palato occidentale. Il nome della miscela era un omaggio al Beato Marco, il personaggio più popolare di Vienna dopo la liberazione della regione”.
Una storia curiosa e particolare allo stesso tempo.