Comunemente si parla di castità come astinenza dal sesso o come scelta di una vita votata al celibato. Si tratterebbe di scelte di vita difficili da percorrere che sono considerate fuori moda e risibili dai più, ma in verità la castità etimologicamente, e quindi originariamente, aveva tutt’altro significato.
Casto, per definizione, è colui che non indulge in un incesto, quest’ultima pratica è definita in epoca moderna come l’atto sessuale tra consanguinei, ma anche in questo caso risalendo alla radice latina del termine il significato è più ampio, allora quando si commette incesto? Secondo i latini si commetteva incesto ogni qual volta non si rispettava l’alterità e la distanza, casto di conseguenza era colui che non si lasciava trasportare dal desiderio di possesso e dalla ricerca della fusione e dell’attaccamento morboso, in poche parole colui che non ricorreva ad alcuna forma di violenza pur di avere un rapporto sessuale.
I due termini sono parte del concetto stesso di sessualità concepita come dono, l’atto di dare e ricevere reciproco. L’errore moderno è quello di considerare la sessualità come puro atto sessuale svilendolo a semplice ricerca del piacere fisico. Ma la sessualità è ben altro, coinvolge per intero i due soggetti ed è una decisione di condivisione di se stessi, per altro difficile da fare. Visto in questo modo il sesso è una cosa meravigliosa, purché venga fatto con intelligenza, se da una parte, infatti, ci spinge ad unirci con un’altra persona, dall’altro potrebbe indurci alla ricerca del vanaglorioso possesso.
In quest’ottica, casto è colui che gestisce la sessualità con arte, l’arte di non prevaricare, di non essere violento, ma di condividere se stesso come un dono per la persona amata. Ovviamente si tratta, come tutte le arti, di un’abilità che va acquisita con il tempo e la pratica, naturalmente nasciamo incestuosi prevaricatori e prepotenti, arrivare a coltivare la cultura dell’altro invece è un lavoro duro e faticoso. Solo chi riesce a concepire questo, può godere appieno della bellezza della nudità, della profondità di due corpi che si intrecciano e condividono due mondi opposti per crearne un terzo che sia l’unione di questi.
Insomma casto è colui che prova un amore sincero, scevro dalle pulsioni tipicamente umane, colui che è capace di comprendere il dono della sessualità e di conseguenza di provare e donare l’amore puro.