Il percorso di crescita interiore di Paolo si pone come tassello fondamentale per il cammino di fede di tutti i credenti. Il suo esempio, raccontato dalle sue parole nelle lettere apostoliche, è una vera e propria scuola di cristianità, una guida preziosa che indica la via.
Il contrasto tra passato e presente è un tratto distintivo del cammino di fede di San Paolo di Tarso. Da persecutore accanito nei confronti di ogni forma di cristianità a evangelizzatore della stessa, il Santo ha attraversato un momento decisivo, un taglio netto tra il baratro del passato e la luce del dopo. Questo, però, è un ponte che il Santo non ha attraversato esclusivamente con le sue forze. Per meglio spiegarci: la volontà e la fede dell’apostolo delle genti ha un suo peso specifico, ma l’intervento divino è quello che si pone come fulcro di questo cambiamento.
Proprio a tal proposito, Paolo vuole rendersi guida egli stesso per il percorso di fede di tutti gli uomini, tanto da farsi guida, esempio, scuola per chiunque ne senta la necessità. La fonte da cui, in questa sede, si decide di andare a pescare è una delle sue numerosissime lettere inviate ai popoli del mondo. I galati, protagonisti di questa missiva, hanno al tempo ricevuto questo prezioso insegnamento sul passaggio dal prima al dopo.
Se è vero che la storia fa da insegnante per il presente e per il futuro, San Paolo ne è l’esempio. Nella sua lettera ai Galati, il Santo apostolo ha voluto raccontare la sua personale esperienza, che lo ha portato ad essere una delle figure più amate e venerate della cristianità tutta. Egli, nel suo testo, rimarca come, nella sua precedente esperienza di persecutore, fosse un accanito nemico dei cristiani: “Voi avete certamente sentito parlare della mia condotta di un tempo nel giudaismo, come io perseguitassi fieramente la Chiesa di Dio e la devastassi“. Ma poi, interviene la grazia. Proprio attraverso questa grazia, Colui che lo scelse fin dal seno della madre, lo chiamò a rivelare suo Figlio al fine di annunciarlo al mondo.
Lo scritto di Paolo, rintracciabile nel Sacro Testo della lettera ai Galati (primo capitolo), ha un importante risvolto teologico, soprattutto nel momento in cui richiama il concetto di chiamata, dunque di vocazione. A seguito della chiamata, gli errori del passato diventano un distaccamento netto dal nuovo, proprio perché la volontà di Cristo si pone centrale in questo passaggio. Paolo si fa non solo apostolo, ma testimone diretto della rivelazione divina. Ciò che era prima (violenza, persecuzione, accanimento) non sarà più. La trasformazione radicale e di fede si fa autentica: questo è il prezioso lascito del Santo Apostolo.
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