Oggi 1 novembre Papa Francesco farà visita alla comunità luterana, in questa occasione di comunione si ricorderanno i motivi che hanno permesso, nonostante le divergenze teologiche, il riavvicinamento tra cattolici e protestanti. Quali sono questi motivi? Per rispondere a questa domanda prendiamo in prestito le dichiarazioni dei due Papi precedenti.
Il Papa Emerito, Benedetto XVI, in occasione di un convegno internazionale tenutosi nel 2009 ha spiegato il dilemma teologico di Lutero che lo ha portato poi alla scissione dottrinale: questo, tormentato dal dubbio sulla natura misericordiosa di Dio, per tutta la sua giovinezza ha cercato una risposta a questo quesito, poi trovata nel vangelo secondo Paolo: “ Una interpretazione che lo liberò dagli scrupoli e dalle ansie della sua vita precedente e gli diede una nuova, radicale fiducia nella bontà di Dio che perdona tutto senza condizione. Da quel momento Lutero identificò il legalismo giudeo-cristiano, condannato dall’Apostolo, con l’ordine di vita della Chiesa cattolica. E la Chiesa gli apparve quindi come espressione della schiavitù della legge alla quale oppose la libertà del Vangelo”.
Lutero dunque opponeva al libero arbitrio dell’uomo un giustificazionismo corroborato dal fatto che la vita dell’essere umano è totalmente guidata dalla saggezza di Dio: l’uomo immerso nel peccato non sarebbe in grado di liberarsene se non con la guida costante del Signore, quindi, secondo lui, la fede e l’ossequioso rispetto della parola di Cristo non sarebbe sufficiente all’uomo per salvarsi. Questa divergenza è stata ratificata dal Concilio di Trento (1545-1563) e la distanza tra le due dottrine è rimasta abissale fino alla fine del secondo conflitto mondiale.
Un apertura tra le due fedi si è avuta nel corso del XX secolo sotto il papato di Giovanni Paolo II, la crescente influenza del secolarismo ha posto in essere l’esigenza di unirsi contro la dilagante ascesa dell’ateismo, questo nuovo nemico comune ha permesso che le differenze teologiche fossero appianate per permettere la creazione di un percorso comune. Un concetto, quello della lotta comune al secolarismo espresso perfettamente da Papa Wojtyla nel 1983 in occasione del 500 centesimo anniversario della scissione luterana: “Il 10 novembre 1983 ricorre il 500° anniversario della nascita del dottor Martin Lutero da Eisleben. In questa occasione numerosi cristiani, specialmente di confessione evangelico-luterana, ricordano quel teologo che, alla soglia del tempo moderno, ha contribuito in modo sostanziale al radicale cambiamento della realtà ecclesiale e sacrale dell’Occidente. Il nostro mondo fa ancora oggi l’esperienza del suo grande impatto sulla storia. […] note personalità e istituzioni della cristianità luterana hanno indicato l’opportunità che l’anno dedicato a Lutero sia improntato a un genuino spirito ecumenico e che il discorso su Lutero contribuisca all’unità dei cristiani. Accolgo con soddisfazione questa intenzione e vi scorgo un invito fraterno per giungere insieme a un’approfondita e più completa visione degli avvenimenti storici e a una riflessione critica sulla molteplice eredità di Lutero”.
La visita odierna di Papa Francesco è un ennesima conferma di questa unione tra la fede cattolica e quella luterana, un’altra occasione per riflettere sulla dottrina e trovare una strada comune per difendere il cristianesimo dall’avanzata devastante di una modernità che sembra voler fare a meno della religione.