La cultura New Age ha portato a pensare che dietro i cosi detti medium ci possa essere la mano di Dio, che tutti possano parlare con gli angeli e fare da intermediari con le anime dei defunti. Chi conosce un minimo la dottrina cattolica è a conoscenza del fatto che le manifestazioni degli angeli si presentano come visioni concesse da Dio e che in nessun caso l’angelo o l’anima del defunto possono prendere possesso di un corpo o parlare attraverso un essere umano.
Il fenomeno della possessione benigna prende luogo subito dopo la seconda guerra mondiale (almeno in Italia) con la figura idolatrata del Glorioso Alberto: Alberto Gonnella era un giovane che aveva intrapreso la via del seminario, ma a poco più di 20 anni è morto in un tragico incidente (lo zio lo ha schiacciato involontariamente con il camion) e da quel momento si è formato un vero e proprio culto con migliaia di seguaci e devoti.
A favorire la diffusione del culto ci ha pensato la zia Giuseppina, negli anni successivi alla morte del nipote la donna afferma di cadere in trance e parlare con Alberto ed attraverso questo di poter offrire guarigioni alle persone bisognose e diffondere profezie. Tutti credono che il Glorioso Alberto parli attraverso la donna e da qui si diffonde un movimento per chiedere la beatificazione del giovane ritenuto artefice di diversi miracoli.
La tipologia di possessione di Giuseppina Gonnella è quella che comunemente viene definita “Benigna”, perché in questo caso non si tratterebbe di una manifestazione demoniaca o per opera di Satana, bensì attraverso un’anima buona, un angelo o un santo. Non bisogna, però, farsi ingannare, la Chiesa contrasta fortemente la possessione benigna perché sa che nessuna anima buona o angelo può prendere possesso di un corpo in vita e quindi che si tratta di una mistificazione demoniaca.
A conferma di quanto detto, basta approfondire le ricerche su Giuseppina per venire a conoscenza del fatto che la donna, prima della morte di Alberto, era stata vittima di una possessione demoniaca combattuta, ma evidentemente non risolta dall’esorcista che l’aveva presa in carico.