Le vocazioni non sono più numerose come quelle di prima. Non solo per i sacerdoti, ma anche per le suore. Una scuola, che era gestita da loro, è in crisi.
A Correggio, (nota per essere la città natale del cantautore Ligabue) l’asilo era gestito dalle suore. Loro vi insegnavano ed erano in 12, ma adesso sono rimaste soltanto in due.
La crisi delle vocazioni si fa davvero sentire. Suore e sacerdoti sono sempre di meno e, questo, porta anche alla chiusura, non solo di parrocchie, ma anche di conventi e scuole gestite dal mondo cattolico. L’ultimo caso, ma solo in ordine cronologico, è quello dell’asilo “Recordati” di Correggio, in Emilia Romagna.
Una scuola gestita completamente dalle religiose. Lì loro insegnavano e curavano in bambini sin dal dopoguerra. Le trovavi ovunque: dalla portineria, alla mensa, alle aule scolastiche. Ma ora la situazione è cambiata. Dopo quasi 70 anni, l’asilo gestito dalle suore non vedrà più le religiose operare al suo interno.
Da 12 che ne erano, sono rimaste solo in due, che faranno ora ritorno in un convento di Milano o di Livorno, all’ordine delle Mantellate serve di Maria.
“Erano arrivate qui prima della Seconda Guerra Mondiale. Prima aiutavano gli ammalati e i feriti di guerra negli ospedali, poi hanno fondato questa scuola. Ora, invece, andranno via. Ma la scuola, rassicurano, non chiuderà” – spiega don Sergio Pellati, responsabile dell’asilo.
“Il motivo della non più gestione da parte delle suore? Semplice: la crisi delle vocazioni. In questo caso le suore sono troppo poche per continuare quel tipo di attività e l’ordine le farà rientrare. Via via, il numero delle suore è andato sempre diminuendo fino ad arrivare, quattro anni fa, a due e il servizio è diventato insostenibile” – ha continuato il sacerdote.
Da tempo la scuola è gestita da laici che hanno sempre, però, avuto il supporto delle suore. L’asilo ospita ben 98 bambini: “Le suore davano una mano in alcuni servizi e di sicuro erano una presenza significativa che ora verrà a mancare […] Anche durante l’emergenza Covid, le suore rimaste non si sono mai fermate ed hanno sempre garantito la loro presenza nell’asilo” – ha concluso don Silvio.
Una perdita sì per l’intera comunità, ma anche un problema che ritorna nuovamente alla luce: la mancanza di vocazioni. L’unica cosa che ci resta è la preghiera. Continuare a pregare affinchè il Signore chiami nuovi operai per la sua messe che, via via, tende sempre ad aumentare.
Fonte: gazzettadireggio.it
ROSALIA GIGLIANO
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