La valenza simbolica della croce è un argomento a lungo dibattuto in teologia, la grandezza di un gesto, di un sacrificio che indica umiltà e amore infinito per quelli che al tempo erano solo dei peccatori ha avuto un effetto trascinante per le popolazioni che si sono succedute creando quella che di fatto è la religione dominante nel mondo.
Trovandoci a migliaia di anni di distanza da quegli eventi spesso sottovalutiamo il messaggio di pace che Gesù ha portato in un tempo in cui la corruzione, la violenza ed i soprusi erano la base delle società avanti Cristo. Riuscite ad immaginare un Patrizio (nobile romano) che rinuncia alla sua ricchezza per il benessere dei più poveri? Un governo (Repubblica o Impero poco cambia) come quello dell’Antica Roma, che si è basato sulla forza e l’organizzazione militare, rinunciare alla violenza come forma di conquista per abbracciare un periodo di Pace (in parte Ottaviano Augusto è riuscito in questo intento da un punto di vista bellico, ma la legge del più forte vigeva sempre all’interno dei confini dell’Impero) e carità?
Il messaggio di Cristo andava in controtendenza con una società che non era pronta ad accoglierlo, era anni luce avanti rispetto all’evoluzione del tempo metteva in dubbio tutti i principi su cui si era basata la società fino ad allora, per questo spaventava. Furono, però, i giudei a chiedere la condanna di quello che doveva essere il loro Messia, questo perché, corrotti nell’animo, si attendevano un messaggero vendicativo che avrebbe con la sua potenza distrutto tutti gli oppositori e consegnato loro un governo temporaneo sulla terra fatto di potere e ricchezza, per loro natura effimera.
Le aspettative di quel popolo furono disattese, non potevano credere che la redenzione sarebbe arrivata solo ad un livello più alto, quello spirituale, e rinnegarono il loro Messia, lo screditarono, ingiuriarono fino a chiedere la sua morte. L’idea di base era quella che morto Gesù quelle idee sarebbero morte con lui, nella loro visione la crocifissione sarebbe stata la dimostrazione che Gesù non era onnipotente e che, quindi, non era il figlio di Dio, ma proprio in questo sbagliavano.
La crocefissione era il più grande segno di amore che Gesù poteva lasciare alla sua gente, con la sua morte lui si sacrificava per i peccatori (impossibile non ricordare la frase sulla croce: “Perdonali, o Padre, non sanno ciò che fanno”) li redimeva dai loro peccati attraverso l’estremo sacrificio. Per questo motivo la Croce non è più un simbolo di condanna, non più una punizione, ma un segno di amore e carità per le creature predilette, il simbolo della vittoria sulle forze del male ed è proprio la testimonianza della sofferenza di Cristo che ci avvicina a lui e ci permette di aspirare alla vita eterna.