Sono figure note che rappresentano la “protezione” del Romano Pontefice. La loro storia si radica indietro nel tempo, come anche il significato di un abbigliamento così particolare.
Chi sono e cosa fanno le guardie svizzere? Perché poi hanno un nome così particolare? Ecco tutti i chiarimenti alle nostre domande.
Li vediamo sempre lì, fermi impeccabili, che si muovono soltanto al passaggio del Santo Padre. Hanno una divisa impeccabile, colorata che attira spesso l’attenzione dei più piccoli che li guardano ammirati, come se fossero dei piccoli soldati. Loro sono, invece, le Guardie Svizzere, le “forze dell’ordine” del Papa, che hanno il compito di vigilare e proteggerlo.
Sono un vero e proprio corpo armato a protezione del Pontefice e della sua residenza. Si tratta dell’unico corpo di Guardie svizzere ancora operativo ed è il più antico corpo permanente al mondo ad essere ancora in servizio da oltre cinque secoli senza interruzioni.
Ma perché proprio “svizzeri”? E, soprattutto, da quanto tempo sono presenti per e nella Santa Sede? Era il 22 gennaio del 1506 quando il Pontefice Giulio II istituisce questo corpo per difendere la sede papale. Il Papa decise di circondarsi di guardie scelte per proteggersi dai suoi avversari e da tutti coloro che, per svariati motivi, volevano attaccare la Santa Sede e lui stesso.
Grazie ad un canonico svizzero, il 9 settembre 1506 nel cantone di Zurigo, furono arruolati i primi 150 soldati. Nel 1512 le guardie difesero lo Stato pontificio contro il re di Francia, e il Papa diede loro l’appellativo di “difensori della libertà della Chiesa”.
Una scelta particolare se pensiamo che il Papa non dovrebbe temere attacco alcuno, ma confidare sempre e solo sulla protezione di Dio. Ed invece così non è. Ma perché una scelta simile? E poi, è stato l’unico Pontefice? In realtà no, perché già anni prima Papa Sisto IV aveva avuto modo di ammirare ed apprezzare un corpo d’armata svizzero. Da lì, forse anche in parte condizionato, la scelta di Giulio II.
I compiti delle Guardie Svizzere sono essenzialmente concentrati, come dicevamo, sul Santo Padre. Si occupano della vigilanza, della sicurezza e della protezione del Papa all’interno del Palazzo Apostolico e della Città del Vaticano e durante i suoi viaggi, oltre che dei servizi d’onore durante le udienze e i ricevimenti.
Protegge, anche, congiuntamente con il Corpo della Gendarmeria dello Stato della Città del Vaticano, le cerimonie nella basilica di San Pietro e nell’aula Paolo VI. Si occupa del controllo degli accessi in Vaticano e, durante la sede vacante, della protezione del collegio cardinalizio.
La Guardia svizzera pontificia è equipaggiata formalmente con armi tradizionali come alabarde, ma possiede in dotazione per tutte le guardie anche moderne armi da fuoco portatili. Ma è stato dal tentativo di assassinio di Giovanni Paolo II nel 1981, che questo corpo armato ha visto cambiare, in parte, il suo ruolo. Da tradizionale molto condizionato dal cerimoniale ad un ruolo più attivo nella difesa della persona del Papa.
Al di sopra di tutto, però, ciò che colpisce è la divisa. Siamo abituati a vedere le divise delle forze armate dello stato Italiano rigorosamente in nero e, solo, con alcuni stemmi o particolari che differenziano, ad esempio, i Carabinieri dalla Polizia. Per le Guardi Svizzere, la cosa è del tutto diversa.
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Spiccano tre colori: il giallo, il rosso e il blu, ognuno dei quali ha un significato proprio. Il blu e il giallo sono i colori dello stemma della famiglia di Papa Giulio II, colui che le ha istituite. Il rosso, invece, viene dallo stemma di Papa Clemente VII, della famiglia Medici. Ma anche gli accessori non sono da meno. Quando ci sono i ricevimenti di Stato, il soldato della Guardia Svizzera impugna l’alabarda e, in occasione del loro giuramento, a Natale e a Pasqua, tutte i soldati indossano una corazza del XVII secolo sulla divisa di gala.
Il costume a righe oro, blu e rosso è attribuito dalla tradizione a Raffaello e a Michelangelo, ma sembra che sia stato solo Raffaello ad ispirarla, in particolare per la manica rigonfia.
Vi è, poi, anche il cappello. Attualmente, le Guardie indossano un basco che reca i gradi e che sostituisce l’antico cappello, ancora usato in rare cerimonie.
Chi può entrare a far parte delle Guardie Svizzere? Le reclute di questo corpo devono essere necessariamente cittadini svizzeri dalla nascita, cattolici, maschi tra i 19 ed i 30 anni e devono aver fatto un periodo di formazione presso l’esercito svizzero.
Un Corpo molto particolare, che affianca il santo Padre in maniera efficace, senza mai infastidire.
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