Come dice il vocabolario, la dislessia è “un disturbo neurologico, caratterizzato dalla incapacità di leggere e comprendere un intero scritto, pur comprendendo ogni singola parola”.
Un disturbo dell’apprendimento, quindi, che, se non diagnosticato in tempo (fino a qualche decennio fa, nemmeno lo si conosceva), può provocare un grave ritardo sul rendimento scolastico.
I dislessici hanno, infatti, bisogno di imparare in altro modo, in un modo consono allo loro modalità di strutturare il mondo, ma, se opportunamente aiutati, riescono ad integrarsi benissimo e ad imparare come tutti gli altri.
Prova ne è il fatto che tantissimi personaggi illustri hanno sofferto di quel disturbo. Ecco qualche nome: Albert Einstein, Leonardo Da Vinci, Pablo Picasso, Emile Zola, ma anche John Lennon, Tom Cruise ed Henry Winkler (il notissimo Fonzie di Happy Days, oggi produttore televisivo).
E’ dislessico anche il giovanissimo Giampiero di Castelvetrano (Trapani), che ricorda come, sin dall’asilo, abbia cominciato a sentirsi un po’ in difficoltà: “ … io scrivevo la “E” maiuscola (…) la lettera aveva tre linee orizzontali, ma io ne facevo quattro”.
“Mi sono reso conto di avere la dislessia quando avevo 6 anni. Me ne sono accorto perché non sapevo né leggere, né scrivere. Da lì, ho capito che per me non era facile ed, ancora oggi, mi sembra difficile. Se pur sto facendo dei miglioramenti”.
Giampiero è stato sempre aiutato da uno psicologo, prima, e da un insegnante di sostegno, poi.
Non gli sono mancati, certo, i compagni di classe che, prendendo a pretesto le sue problematiche, lo offendevano pesantemente, lo isolavano, facendolo sentire un incapace.
Lui, però, ha sempre trovato la forza per rialzarsi e non si è lasciato scoraggiare; ora è giunto al traguardo del diploma e non si fermerà ancora: “Dopo il commerciale penso di iscrivermi all’Università, mi piacerebbe anche approfondire gli studi circa la Biologia o l’Informatica. Di certo spero di continuare il mio percorso liceale e dimostrare che, con costanza e impegno, si può riuscire a ritagliarsi uno spazio”.
Ai ragazzi dislessici che, come lui, soffrono per l’insensibilità altrui, dice: “… non dovete vergognarvi. I dislessici sono intelligenti e, anche se hanno un disturbo, con il passare del tempo, possono diventare anche più intelligenti rispetto agli altri”.
“Su whatsapp abbiamo un gruppo, che si chiama “Siete i mie Unicorni”; è formato da ragazzi e ragazze che mi stanno facendo capire che la dislessia non è altro che un passatempo per me. Mi aiutano a leggere e scrivere e, a volte, ci mandiamo anche degli audio.
Se ad esempio non sappiamo alcuni vocaboli, possiamo domandarli agli altri. Grazie a loro, possiamo migliorare ed è sempre grazie a loro che sto capendo che la dislessia è un passatempo”.
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