Oggi, purtroppo, non solo la religione ha subito delle modificazioni radicali, ma è sottoposta a continui adeguamenti a secondo di chi la osserva. Siamo di fronte a quello scomodo fenomeno che si definisce “Religione su misura”, o relativismo. I dati che emergono da tutte le statistiche fatte, dimostrano con chiarezza che i veri cristiani sono davvero pochi e che, di questi, sono ancora meno quelli che credono nel Maligno. Spesso, conversando con amici e fratelli, mi vengono sottoposte delle domande in cui si evidenzia il carattere totalitario della religione islamica e, quasi con tono di sfida, sono tanti quelli che guardano con ammirazione al vero sacrificio presente nelle religioni più folckloristiche della nostra. Cari amici, a tale proposito volevo riportare in seguito i Dieci Comandamenti e l’ultimo comandamento dettato direttamente da Gesù; sfido chiunque a vivere nella rigorosa osservanza di quanto segue e, chi ci riuscirà, si renderà conto che il sacrificio ed il folcklore dimostrato …
… dalle altre religioni, quali l’islamismo, il buddismo, l’ebraismo, ecc.. non è nulla in confronto.
“Dio allora pronunciò tutte queste parole: “Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla condizione di schiavitù: non avrai altri dei di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, ma che dimostra il suo favore fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandi. Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascerà impunito chi pronuncia il suo nome invano. Ricordati del giorno di sabato per santificarlo: sei giorni faticherai e farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: tu non farai alcun lavoro, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo schiavo, né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te. Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il giorno settimo. Perciò il Signore ha benedetto il giorno di sabato e lo ha dichiarato sacro. Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che ti dá il Signore, tuo Dio. Non uccidere. Non commettere adulterio. Non rubare. Non pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimo. Non desiderare la casa del tuo prossimo. Non desiderare la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo, né la sua schiava, né il suo bue, né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo” (Esodo 20, 1-17);
“Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?”. Gli rispose: Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti” (Matteo 22, 36-40).
Sfido chiunque a vivere nella rigorosa osservanza di quanto Dio stesso ci ha ordinato. Se non riusciamo ad osservare pienamente la parola di Dio, però, non dobbiamo disperare, anzi, dobbiamo impegnarci e cercare di migliorare nei nostri modi di fare e dobbiamo sacrificarci nella preghiera, richiedendo l’aiuto dello Spirito Santo. Gesù, in punto di morte, sulla Croce chiese al Padre di perdonare noi uomini :
“Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Gesù diceva: Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno” (Luca 23, 33-34).
La ripulsa, a volte aspra e decisa, di gran parte dei sacerdoti e dei religiosi nei confronti di certe verità di fede, tra cui quella inerente l’attività del Maligno, è un fatto che non ha una spiegazione semplice o razionale; certi modi di fare generano una netta frattura in quella che è la vera dottrina cattolica, derivante dalla Sacra Scrittura e dalla Tradizione dei Padri. Non tutti, però, stanno a guardare; il 29 Giugno 1992 Mons. Andrea Gemma, Vescovo di Isernia e Venafro, in una speciale comunicazione pastorale dice: “Credo che faccia parte del ministero sacerdotale ascoltare tutti i fratelli con pazienza grande, grande. Tutto deve essere sottoposto a sano discernimento, specie da parte dei pastori, ma mai, mai un’anima in pena , magari inconsapevolmente vessata dal Maligno può essere sottrattagli con superficialità, minimizzando i suoi problemi o, peggio, rifiutando di ascoltarla. Non faceva così Gesù! Non sanno i ministri sacri che proprio la loro indifferenza costringe spesso i semplici e sprovvisti a ricorrere a maghi e fattucchieri od a altre pratiche aberranti, che sono (ahimè) lo strumento privilegiato per l’intervento del demonio e il suo trionfo?” Mons. Gemma è uno di quegli esempi sporadici all’interno del Collegio Italiano dei Vescovi; egli si impegna direttamente sul fronte della lotta al Maligno ed all’occultismo, effettua esorcismi e benedizioni costantemente nella cappella del suo episcopo. Ci riferisce Don Raul Salvucci che, tra le altre attività, Mons. Gemma fa parte della Congregazione del Beato Luigi Orione. Questo santo sacerdote piemontese dedicò tutta la sua vita al servizio degli infelici e dei poveri, di tutti i cosiddetti “rifiuti della società civile” – in tale caso sono orgoglioso di essere definito rifiuto. Mons. Gemma, sotto la guida spirituale degli insegnamenti del Beato Orione, ha saputo cogliere alla perfezione il potere del Maligno e le vessazione che egli provoca nelle persone per generare malattie, malumori e disgregazione. Ci sono tanti sacerdoti, religiosi e laici che non solo non credono nel Maligno e nella sua potenza ma, non contenti, definiscono i loro fedeli con problemi seri, come dei pazzi e degli squilibrati e li invitano a frequentare uno psichiatra piuttosto che un esorcista o un Vescovo che opera il ministero in oggetto.
Questo, però, non vuol essere un atto di superiorità nei confronti di certe teorie, ma è un grande atto di leggerezza e di irresponsabilità nei riguardi degli esorcisti e di tutti i malati che, sicuramente, da una benedizione particolare non possono far altro che trarne giovamento fisico e psichico. Vorrei ricordare ai cari prelati che si ritengono superiori a certe “credenze” e che cacciano i parrocchiani con problemi, definendoli pazzi o superstiziosi, che così facendo si macchiano del crimine di mancata carità ed assistenza al prossimo e del grave peccato di aver giudicato un proprio fratello. Dice Don Salvucci che, nei primi anni della sua nomina da esorcista, si scatenò contro di lui una vera e propria battaglia filosofica e di pensiero portata avanti da Teologi del Seminario e da parroci della Diocesi. A tale proposito, il caro esorcista risponde dicendo: “Il ministro di Cristo non è superiore quando disprezza, ma quando accoglie!” e, nel suo libro, esprime tutta la sofferenza che oggi nel mondo opprime gran parte della popolazione a causa del Maligno. Nel suo libro titolato “Indicazioni pastorali di un esorcista”, Don Salvucci dice: “La grande quantità di sofferenza umana che ho incontrato durante il mio ministero ha segnato profondamente la mia vita e mi ha portato gradualmente ad una profonda maturazione. Ho raccolto lacrime, un’infinità di lacrime incontenibili, tanta disperazione, tante disfatte senza speranza, tanti desideri di suicidio, il tutto provocato da fatti inspiegabili che con spaventosa progressione distruggono la vita, la famiglia, la salute, gli affetti più cari, il lavoro, spezzando gli studi e la carriera; generano paura e insicurezze. Tutto ciò all’improvviso, senza spiegazioni, quando tutto sembrava andare bene. Due fattori aggravano questa tragedia:
– una lunga via crucis inutile e spesso costosa presso cartomanti, maghi, fattucchieri, parapsicologi, in un’affannosa ricerca che in pratica porta soltanto a un continuo peggioramento. – la derisione e l’allontanamento vissuto da molte persone praticanti che rivolgendosi ai parroci o ai preti amici si sentono dire: – Ma non credere a queste cretinate, vai da uno psichiatra – .È a tutti questi sofferenti incompresi e spesso derisi che è rivolto il mio lavoro”. Dopo aver letto queste parole sono sicuro che, chi vive spiacevoli situazioni, ha capito a chi rivolgersi e in che modo deve essere trattato. È un dovere della Chiesa quello di servire i sofferenti e, come Gesù ci insegna, sappiate che chi non è con Dio è col suo nemico. In mio parere, e questo per rispondere alla maggior parte dei lettori increduli, se al tempo di Gesù fosse esistita già la psichiatria, sicuramente il nostro Salvatore sarebbe stato rinchiuso in manicomio. State attenti, cari fratelli, la realtà non è in ciò che vedete, ma è nel trascendente.
[Le potenze malefiche – Raul Salvucci]
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