“La figlia di Stalin” Il mio vero padre è Dio

Nessuno o quasi conosce la vita di Svetlana Allilueva, figlia di Joseph Stalin, eppure è significativo che in una delle sue ultime interviste, prima di morire, ella dicesse: “Ho smesso di illudermi di potermi mai liberare dell’etichetta “la figlia di Stalin”. Non si può rimpiangere il tuo destino, anche se mi dispiace che mia madre non abbia sposato un falegname”. Questa frase è sicuramente figlia di una conversione avvenuta in tarda età, ma anche di un’adolescenza ed una vita che sono state vissute all’ombra dello statista russo.

 

Nata nel 1926 a Mosca da Stalin e da Nadezhda Allilueva, Svetlana ha passato un infanzia tra i confort dovuti a chi viene considerata una zarina (principessa), ma il lusso ed i favoritismi sono stati subito superati dal dolore: quando aveva sei anni infatti la madre è morta in circostanze sospette. Divenuta adolescente la piccola Stalin subì un altro grave lutto quando aveva 16 anni, i suoi zii preferiti, infatti, sono stati accusati di sovversione e uccisi dal padre. Questa decisione portò Svetlana ad indagare sulla morte della madre ed a scoprire da alcuni documenti che si era suicidata, una verità che l’allontanò dal padre definitivamente.

 

Per sfuggire alla triste realtà Svetlana si sposò giovanissima con Grigory Morozov, compagno di classe di origine ebraica con il quale diedero alla luce un figlio. Il matrimonio, però, durò pochi anni  e dopo il divorzio la figlia di Stalin si mise ad insegnare a Mosca. Due anni dopo il divorzio Stalin combinò un secondo matrimonio con il figlio di un fedele collaboratore, Yuri Zhdanov, ma anche questo naufragò ben presto sebbene portò alla nascita della seconda figlia Yekaterina.

 

Nonostante il rapporto con il padre fosse di amore ed odio, il giorno della sua morte portò nel cuore di Svetlana un vuoto incolmabile, per quasi vent’anni andò alla ricerca di un senso nella vita, significato che riuscì a trovare solo dopo la conversione al cattolicesimo. Tutto è cominciato nel 1969 a Friburgo (Germania), Svetlana quasi per caso finì per frequentare un gruppo di carmelitani e con loro andò in pellegrinaggio a Fatima, da quel momento in poi cominciò un cammino di avvicinamento alla fede cattolica che culminò con la conversione nel 1982 avvenuta tramite il battesimo.

 

La sua vita è stata quindi un continuo susseguirsi di fallimenti e dolori che sono svaniti nel momento in cui ha abbracciato Dio ed ha compreso cosa è realmente importante nella vita, non a caso in una lettera scritta subito dopo aver trovato la fede, diceva: “Grazie per aver aperto questa porta per me. Non posso descrivervi il buio degli ultimi anni e la grande pace interiore che mi possiede ora! “.

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