Nella Bibbia, precisamente nell’Antico Testamento, troviamo uno dei passi più iconici che ci esprimono la grandezza e la forza di Dio contro ogni forma di violenza. In questo passo la forza bruta viene del tutto disarmata di fronte alla potenza della fede.
Il confronto tra il potere umano e quello divino non ha ragion d’essere. Di fronte al gigante più forzuto e armato di violenza, la forza del Signore sarà sempre a un livello superiore. Questo è un insegnamento che in più passi la Bibbia ci offre e, nello specifico, nel libro di Samuele viene riportato un incontro/scontro dove questo concetto è portato ai massimi livelli. Il passo preso in considerazione è l’emblematico incontro tra Davide e Golia, uno scontro che ci fa riflettere sulla vera forza del Signore, che non conosce limiti e che supera di gran lunga ogni tipo di violenza terrena. Contestualizziamo il racconto. L’episodio si svolge attorno al X secolo a.C., un periodo in cui le tribù di Israele erano organizzate in modo federato, dunque non unite. Tra le varie popolazioni, vi era quella dei Filistei, di cui faceva parte il potente Golia. Secondo il testo biblico, infatti, la statura di quest’uomo era immensa: una figura alta oltre due metri. Rappresentava, sotto ogni aspetto, un simbolo di invincibilità. Eppure, non aveva fatto i conti con la potenza del divino.
Davide e la forza della fede
Davide, secondo la tradizione, era il più giovane dei figli di Isai, un pastore senza alcuna esperienza militare. Ciò che però rappresentava questo personaggio, era la sua forte fede in Dio. Quando il giovane Davide si trovò di fronte al forzuto Golia, si ritrovò profondamente indignato per il fatto che il gigante stava offendendo non solo il suo popolo, ma anche Dio. Dunque, il confronto tra un uomo giovane, un pastore, alle prime esperienze di battaglia, di fronte a un gigante armato fino ai denti, poteva offrire diverse prospettive. Ma la forza della fede non conosce limiti.
Il confronto tra le due forze
Le parole di Davide non mettono mai in discussione la forza bruta di Golia, ma offrono una visione del tutto nuova e chiara. Secondo il libro di Samuele, infatti, Davide disse queste parole a Golia: “Tu vieni a me con la spada, con la lancia e col giavellotto; ma io vengo a te nel nome dell’Eterno degli eserciti, dell’Iddio delle schiere d’Israele che tu hai insultato”. Pronunciando tali parole, Davide non si prepara semplicemente a combattere, ma annuncia a tutto tondo che quella non è esclusivamente la sua battaglia: è la battaglia di un popolo, è la battaglia del Signore stesso. L’Eterno degli eserciti: questa terminologia ci mette davanti la forza del Signore, la forza della fede. Davide non è protagonista di questa battaglia, ma si pone come strumento nelle mani di Dio. La vittoria finale di Davide sul forzuto Golia è la testimonianza stessa di quanto raccontato. Il passo biblico ci mette davanti un insegnamento senza eguali: in ogni battaglia quotidiana, la fede e la speranza sono forze di gran lunga superiori a tutte le altre e sono forza che possono sfidare qualsiasi forza di tipo terreno.
Leggi anche: Giovanni Paolo II e l’instancabile fede: così ci ha insegnato a pregare