Richard Paul Evans è uno degli scrittori americani di maggior successo, i suoi libri sono in cima alle classifiche dei più venduti, padre di famiglia (ha ben cinque figli) e uomo di fede. Tutto sembra descrive una delle persone più felici al mondo ma non tutto è come sembra. C’è stato un periodo, un periodo piuttosto lungo, in cui nonostante la fama, i soldi ed il successo qualcosa non andava, il rapporto con la moglie Keri era disastroso al punto che i figli si chiedevano perché stessero ancora insieme e loro non ricordavano più cosa aveva fatto scattare la scintilla.
A raccontare questa storia è lo stesso scrittore: sull’orlo di una crisi di nervi, durante una tappa promozionale del suo libro, ha cominciato ad urlare contro Dio, trovava ingiusto che, nonostante sia lui che sua moglie fossero della brave persone, leali l’uno con l’altra, dovessero trovare tante difficoltà. Quella notte, dopo lo sfogo rabbioso nei confronti di Nostro Signore, Evans ha riflettuto a lungo ed ha capito come agire, non doveva cambiare la moglie ma provare a cambiare lui stesso, così ha chiesto aiuto a Dio pregando perché lo aiutasse ad essere un marito migliore.
Di ritorno dalla presentazione del Libro, si è coricato nel letto a pochi centimetri dalla mogli ma al contempo ad una distanza siderale da lei, il giorno dopo di mattina ha usato con lei una frase che gli ha cambiato la vita e salvato il matrimonio: “Cosa posso fare per rendere la tua giornata migliore?”, Keri rimase sorpresa, convinta che fosse uno stratagemma ma lo ha assecondato. La descrizione di questo periodo transitorio tra i due coniugi lo lasciamo alle parole dello scrittore:
“ Il giorno dopo mi avvicinai e le chiesi: “Come posso rendere migliore la tua giornata?”
Keri mi guardò arrabbiata: “Cosa?”
“Come posso rendere migliore la tua giornata?”
“Non puoi, perché lo chiedi?” disse.
“Perché dico sul serio, voglio sapere cosa posso fare per migliorare la tua giornata”
Il suo sguardo si fece cinico.
“Vuoi fare qualcosa? Pulisci la cucina”.
Si aspettava che mi arrabbiassi. Invece annuii: “Ok”.
Mi alzai e andai in cucina.
Il giorno dopo posi la stessa domanda: “Cosa posso fare oggi?”
Con gli occhi socchiusi, mi disse “C’è da pulire il garage”.
Feci un respiro profondo. Avevo già avuto una giornata pesante e sapevo che la sua richiesta era provocatoria. Stavo quasi per perdere le staffe.
Invece le dissi ok e per le due ore seguenti mi dedicai al garage. Keri non sapeva cosa pensare.
“Cosa posso fare per te oggi?
“Niente”, urlò, “Non puoi fare niente. Smettila di chiederlo”
Io dissi: “Mi dispiace, non posso. Ho preso un impegno con me stesso. Cosa posso fare per te oggi?”
“Perché fai tutto questo?”
“Perché tengo a te e al nostro matrimonio”.
Per due settimane ho insistito, chiedendole cortesemente di farmi sapere come poterla rendere felice. Keri scoppiò a piangere. “Ti prego smettila di chiedermelo. Non sei tu il problema, sono io. Vivere con me è difficile, non so perché resti insieme a me”.
Ecco il punto di svolta, l’uomo innamoratissimo della moglie, nonostante i continui litigi, ha deciso di fare un passo deciso verso la moglie per risolvere i loro problemi, l’iniziale diffidenza della moglie si è sciolta in un’ammissione di colpa (le colpe sono sempre equamente suddivise) e dopo quel parto socratico Keri ha cambiato atteggiamento, permettendo al suo matrimonio di uscire dal baratro in cui era finito ed a se stessa di vivere serena in compagnia dell’uomo che ama.
Oggi Richard e Keri stanno ancora assieme, il matrimonio va alla grande ed i litigi si limitano a qualche schermaglia, il matrimonio d’altronde è molto complicato da tenere in vita, ognuno mantiene una propria identità ed è costretto a rinunce, ma il modo di affrontare le avversità è proprio quello che hanno adottato loro due: le discussioni devono essere costruttive, non si deve mai rimanere arrabbiati, ne ci si deve ferire, in questo modo una coppia può superare ogni avversità ed il premio è ben più ampio del sacrificio perché come dice Evans: “Avere un compagno per sempre è un dono eccezionale. Ho imparato che il matrimonio può aiutarci a smussare anche i nostri lati più odiosi. E tutti ne abbiamo bisogno”.