In passato il Vaticano ed il Papa Pio XII sono stati accusati di non aver fatto nulla contro il nazismo e la deportazione degli ebrei nei campi di concentramento. Ma queste accuse già da tempo sono state sconfessate, ed solo oggi, nel 2017, si conoscono i numeri precisi degli ebrei salvati dall’opera di Pio XII. A divulgarli è stato l’archivista vaticano Johan Ickx durante una recente conferenza stampa intitolata ‘Politica dei rifugiati dal 1933 fino ad oggi: sfide e responsabilità’: sono quasi 5000 gli ebrei nascosti nei monasteri cattolici, 3000 quelli ospitati a Castel Gandolfo, 1460 quelli protetti nelle case cattoliche, 40 quelli nascosti in territori oltre confine, ed infine 60 quelli nascosti direttamente in Vaticano.
Il silenzio della Chiesa a riguardo durante il periodo della guerra era necessario affinché il basso profilo tenuto non attirasse l’attenzione delle SS sugli edifici cattolici. Questa verità taciuta anche per modestia dell’allora Santo Padre è venuta a galla grazie alla volontà di Papa Francesco, il quale parlando dell’olocausto disse: “Al povero Pio XII è stato buttato addosso di tutto. Ma bisogna ricordare che prima era visto come il grande difensore degli ebrei. Ne nascose molti nei conventi di Roma e di altre città italiane, e anche nella residenza estiva di Castel Gandolfo. Lì, nella stanza del Papa, sul suo stesso letto, nacquero 42 bambini, figli di ebrei e di altri perseguitati rifugiatisi lì”.
Ma prima ancora del Santo Padre, a difendere l’operato della Chiesa e di Pio XII era stato il saggista francese Matthieu Baumier in risposta alle accuse di Michel Onfray (noto anti clericale): “Tra il 1934 e il 1937 il 35% dei preti cattolici tedeschi subì interrogatori nelle sedi della Gestapo. In Baviera si registrò la chiusura di 150 scuole cattoliche tra il gennaio e l’aprile del 1937. Le persecuzioni e gli omicidi spiegano bene la prudenza del cardinale Pacelli, il quale, una volta eletto papa, imparerà a non mettere in pericolo i cattolici con dichiarazioni troppo forti o impulsive. Pio XII era stato testimone diretto delle persecuzioni, e proprio per questo conosceva l’importanza della discrezione quando si trattava di salvare esseri umani che si trovavano a vivere in un regime totalitario”.
Se ciò non bastasse a qualificare il gran lavoro svolto dal Vaticano a quel tempo è bene ricordare come le chiese cattoliche furono chiuse e distrutte dai nazisti e che i preti vennero ostracizzati e perseguitati, senza contare il fatto che il Papa scrisse e divulgo un enciclica di condanna del nazismo (Mit brennender Sorge) nel 1937 scritta appositamente in tedesco.