Ma perché il dichiararsi cristiani cattolici dovrebbe offendere qualcuno?
Ci siamo mai offesi noi, quando qualcuno si è dichiarato di un altro Credo?
Dopo le vicende riguardanti le limitazioni del crocifisso nelle scuole e l’abolizione delle recite di Natale nelle scolaresche con alunni non cristiani, nasce una nuova polemica: quella delle croci sui prodotti venduti al supermercato.
Così, la nota azienda LIDL, a partire dal Belgio e dalla Germania, ha deciso di fotoritoccare le confezioni di cibo greco, che raffigurano una croce, sulle caratteristiche chiesette ortodosse, bianche con tetto azzurro, simbolo indiscusso di una Nazione che richiama al mare, al sole, alle vacanze spensierate!
“Siamo religiosamente neutrali”, avrebbe specificato la LIDL e, sui Social, le immagini di quei prodotti e delle etichette deturpate e monche, per evitare di sembrare discriminatori, fanno il giro del web, creando disappunto e perplessità assoluta.
Un post dice: “Questo è un insulto a tutti i cristiani nel mondo (…). Pensavate che un tale cambiamento passasse inosservato? O pensavate che la gente fosse così disinteressata da non lamentarsene?”.
Si tratterebbe solo di una strategia di marketing, si giustifica la LIDL che, per mezzo del Social Media Management dell’Azienda, specifica: “Il packaging della linea di prodotti in questione ha avuto diversi aggiornamenti, da quando è in vendita. La preghiamo di credere che, quello più recente, non era inteso come un’affermazione di principio.”.
E ancora: “Vendiamo questa serie dei prodotti tipici greci in tutta Europa, da dieci anni. Siamo veramente spiacenti per l’offesa che sembra aver arrecato il nostro design più recente. Alla luce di questo, vogliamo rassicurare che le reazioni verranno prese in considerazione, nel ridisegnare il packaging futuro.”.
“Siamo un’azienda che rispetta la diversità e questo è il senso del design di questo packaging.”.
Ma queste spiegazioni non sono state convincenti, né sufficienti, poiché molti clienti hanno segnalato che alcuni prodotti presentato minareti, le torri delle mosche, e altri simboli islamici.
La LIDL (e non è certo l’unica), discrimina per non discriminare, dunque!
Gli stessi prodotti delle aziende greche, dovrebbero essere, ormai, arrivati anche in Italia e, certamente, qualcuno si sarà già fatto una sonora risata sull’evento, poiché davvero si rasenta il ridicolo, in alcune circostanze.
Quando, anziché promuovere un’intercultura intelligente, che permetta di apprezzare il buono di ogni società, al fine di trovare dei punti di incontro e di allargare i propri orizzonti, ci si chiude in superflue definizioni e ci si nasconde dietro (è proprio il caso di dirlo) false etichette, si rischia di creare un affronto e null’altro.
E’ come se, da un giorno all’altro, ci chiedessero di cancellare la mezza luna dai nostri sogni romantici o dalle poesie d’amore, per non evocare il simbolismo orientale!
La cultura e il rispetto per la diversità sono ben altra cosa.
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