Nell’ultimo periodo la sensazione che gli omosessuali siano una specie di casta d’intoccabili è sempre più forte, va bene non discriminare, ma al momento si è arrivati ad un punto tale di intolleranza che criticare anche solo una posizione viene ritenuto sintomo di omofobia.
Sull’argomento è stata intervistata da ‘La Stampa’ la scrittrice e psicoterapeuta Silvana De Mari, autrice, tra le altre cose, di decine di libri sull’educazione degli adolescenti, la quale afferma, senza timore di critiche: “I gay? Sono la nuova razza ariana. Vietato parlar male di loro, vietato criticare, vietato esprimere la propria opinione nei loro confronti. Loro vogliono l’omologazione, il pensiero unico “.
Un pensiero tanto forte è inviso alla società odierna e questo le è costato una denuncia ed il rischio concreto di essere estromessa dall’ordine dei medici. Chiunque avrebbe ritrattato pur di non subire un processo, ma la dottoressa non si piega all’omologazione del pensiero e decide di difendere strenuamente la sua posizione anche a costo di un danno irreparabile alla sua carriera: “Vede, ci siamo di nuovo. Se non ti adegui al pensiero unico, se sei fuori dal coro. Se dici ciò che pensi sui gay, sulla pedofilia, sei out”.
Il problema, secondo la scrittrice, è che la categoria gay non è più paga, ottiene sempre più diritti, sempre più riconoscimenti, ma non bastano mai. Inoltre la società odierna permette questa prepotenza senza opporsi e questo, secondo lei, potrebbe portare ad una forma di contagio: “se in una classe c’è una ragazza bulimica, stia certo che per contagio psicologico nel giro di poco tempo ce ne saranno altre 5 o sei. E con i gay è la stessa identica cosa”.
L’idea di fondo della De Mari è che bisogna chiarire ai bambini sin da piccoli la loro identità sessuale altrimenti si corre il rischio che diventino gay. Quando le viene fatto notare che questa è una posizione omofoba, lei risponde con convinzione: “Sono Omofoba”. Qual è il motivo di una posizione così netta e dura contro gli omosessuali?
Per la scrittrice tutto si riconnette alla religione cattolica e agli insegnamenti di San Paolo: “San Paolo dice che essere omosessuali è una cosa sbagliata. Ma per i nuovi ariani, leggere San Paolo è un sacrilegio. Ecco, io difendo con queste mie esternazioni il diritto di parola, la mia religione e se vuole anche la libertà di stampa”.
L’intervista alla De Mari si chiude con una dichiarazione d’intenti “Faro cadere il movimento LTGB”, la sua è una vera e propria crociata in difesa del diritto di parola ma anche della salvaguardia della famiglia.