Che la maternità surrogato sia una pratica controversa è fuor di dubbio, le sue implicazioni morali e sociali sono enormi e con delle multinazionali che gestiscono il commercio di bambini “Nuovi” e “Perfetti” non si è tanto lontani da una distopia in cui anche il corpo umano è un oggetto di scambio ed una merce pregiata del mercato.
Programmare la nascita di un bambino è un concetto nauseante già senza contare le implicazioni economiche del progetto, si tratta semplicemente del capriccio di una coppia (omosessuale o etero) o peggio di un singolo che pensa di potersi comprare un essere umano in miniatura come fa con un cucciolo di cane.
Se l’idea di programmare un bambino come si fa con l’arredamento della casa non fosse abbastanza riprovevole c’è anche da considerare il rapporto di sudditanza economica che questa pratica comporta, nella maggior parte dei casi le donne che si offrono volontarie per un simile servizio sono donne che vivono in condizioni di indigenza, per altro nei paesi più poveri come l’India, molte di queste donne sono utilizzate (perdonate il termine forte ma si tratta di questo) più e più volte, costrette a mangiare forzatamente per far si che il bambino sia sano e robusto (il bambino viene pagato a peso) e sottoposte ad un continuo stress dovuto alla gravidanza ed alla successiva separazione dal bambino.
Bastano queste poche nozioni per far comprendere che si tratta di una pratica disumana e umiliante, il cui corrispettivo economico (date le circostanze che portano le donne ad offrirsi) altro non è che una forma di schiavitù progressista. Sono queste le posizioni anche del Ministro per la Salute, Beatrice Lorenzin, espresse durante l’incontro a Montecitorio sulla maternità surrogato organizzato dall’associazione ‘Se non ora quando-Libere’: “L’utero in affitto è un commercio, una pratica antica con mezzi nuovi. Il giorno in cui vedrò una donna ricca, bianca, occidentale fare da portatrice in utero per una donna povera, indiana, sterile, allora mi ricrederò e ammetterò che può essere solidaristico”.
Nel suo intervento la Lorenzin ha continuato sottolineando il rapporto disumano e razzistico che sottende maternità surrogato: “Non trovo nulla di più crudele che privare una madre di suo figlio e convincere tante ragazze del mondo occidentale che questo possa essere un “dono”. È una rapina organizzata scientemente, su un listino razzista dove scegliere il prodotto migliore”. Alla Lorenzin fa eco anche Anna Finocchiaro che sulla Gpa dice: “Organizzare la produzione e la commercializzazione di un neonato è contrario al valore universale della dignità dell’essere umano. È commercio di bambini non difettosi: agli altri ci pensano i contratti redatti da abili avvocati”.
Insomma dall’incontro risulta chiaro come la Gpa sia vista come una nuova forma di schiavitù legalizzata per le donne e una pratica disumana e lesiva dei diritti sia della madre che del nascituro, questo perché le madri sono costrette a rispettare certe regole e certi standard e così i bambini che possono essere rifiutati e uccisi perché non soddisfano le richieste dei compratori, riuscite ad immaginare qualcosa di più disumano?
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