Non molti sanno dell’esistenza di un luogo assolutamente straordinario nel nostro Paese, tanto da essere definito appunto la “Lourdes italiana”. Tutto nasce dalla visione miracolosa che una giovane ha avuto intorno all’anno Mille.
Per secoli questo luogo fu uno dei più frequentati dopo il Santuario di Loreto, e c’è una ragione molto precisa alla base.
Santina, una pastora quindicenne muta dalla nascita, aveva un’abitudine particolare, che era quella di deporre fiori davanti a un’immagine della Vergine posizionata in un bosco vicino al torrente. Fu in quel luogo incantato che avvenne una visione miracolosa.
L’apparizione della Madonna alla ragazza
La Vergine si presentò a Santina avvolta da un manto regale, chiedendole di riferire ai sacerdoti del suo borgo, a Montefortino, un messaggio. La Madonna voleva essere venerata in quel luogo. Il contesto in cui Maria apparve era infatti naturale, e l’esortazione fatta alla giovane fu accolta con grande entusiasmo. Tanto che la chiesa fu eretta in breve tempo.
I primi documenti legati alla costruzione dell’edificio parlano del 1073, e ciò che certamente colpisce è che una comunità di fedeli di così ridotte dimensioni sia riuscita a realizzare l’opera nel giro di pochi decenni. Evidentemente, la visione di Maria deve avere catalizzato sull’evento l’attenzione di tutto il paese, tanto che tutti insieme collaborarono alla costruzione del santuario mariano.
In quello stesso luogo, oggi, la vicenda viene riportata da una lapide posta dietro l’altare della chiesa. Si legge nell’iscrizione ancora oggi presente: “Nel maggio del Mille la Vergine SS., cinta di straordinario splendore, apparve in questa sacra roccia all’umile pastorella Santina, muta fin dalla nascita. La fanciulla ottenne il dono della parola in premio delle preghiere ed offerte di fiori silvestri che ogni giorno faceva all’immagine della Madonna, posta nella cavità di un faggio”.
Perché il Santuario dell’Ambro viene definito la Lourdes italiana
Una precisazione venne fatta dal “Bollettino del Comitato per la costruzione della strada rotabile” nel 1998. “Su in alto, ben disposta al tronco di una quercia, campeggiava l’immagine della Regina dell’Ambro, cui erano di padiglione quei rami annosi”. Non c’è tuttavia certezza su quale fosse l’albero che ha ospitato l’immagine sacra, considerato che nelle Marche meridionali quasi la totalità degli alberi di una certa grandezza erano querce.
Oggi quello stesso Santuario dell’Ambro è il santuario mariano più antico delle Marche. Per secoli è stato il più frequentato dopo quello di Loreto. Lo dimostrano tra le altre cose le centinaia di foto di bambini raccomandati alla Vergine, o di persone che esprimono riconoscenza a Maria per una grazia ricevuta, esposte sulle pareti della vecchia cappella.
Tra queste, molte, in bianco e nero, ritraggono soldati che chiedono la grazia di tornare sani e salvi a casa, lontano dagli orrori della guerra. Il santuario è ubicato ancora oggi nel comune montano di Montefortino, che si trova alle pendici dei Sibillini, a circa 700 metri di altitudine. La chiesa prende il nome dal torrente che nasce dal Monte Priora, l’Ambro. Infatti l’edificio è posizionato proprio nella gola “creata” dal corso d’acqua.
L’ambiente montano circostante è a dir poco straordinario, specialmente nel periodo tardo-autunnale, con la caduta delle foglie che rende il tutto cosparso di un’atmosfera magica. É infine il parallelo tra l’età della giovinetta che ricevette le apparizioni mariane e quella di Bernadette Soubirou, nel momento in cui si verificarono i fatti miracolosi che diedero origine al Santuario di Lourdes, a dare vita alla definizione di “Lourdes dei Sibillini”, con cui molti conoscono questo luogo.