La luce della salvezza filtra in un cuore aperto all’amore di Dio. Come nel caso del cieco di Gerico, il cui grido di speranza ha spalancato le porte dell’amore di Dio.
«Io ho progetti di pace e non di sventura; voi mi invocherete e io vi esaudirò, e vi farò tornare da tutti i luoghi dove vi ho dispersi». (Ger 29,11.12.14)
Ricorda da dove sei caduto e convèrtiti.
Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo
Ap 1,1-5a; 2,1-5a
Rivelazione di Gesù Cristo, al quale Dio la consegnò per mostrare ai suoi servi le cose che dovranno accadere tra breve. Ed egli la manifestò, inviandola per mezzo del suo angelo al suo servo Giovanni, il quale attesta la parola di Dio e la testimonianza di Gesù Cristo, riferendo ciò che ha visto. Beato chi legge e beati coloro che ascoltano le parole di questa profezia e custodiscono le cose che vi sono scritte: il tempo infatti è vicino.
Giovanni, alle sette Chiese che sono in Asia: grazia a voi e pace da Colui che è, che era e che viene, e dai sette spiriti che stanno davanti al suo trono, e da Gesù Cristo, il testimone fedele, il primogenito dei morti e il sovrano dei re della terra.
[Io udii il Signore che mi diceva]:
«All’angelo della Chiesa che è a Èfeso scrivi:
“Così parla Colui che tiene le sette stelle nella sua destra e cammina in mezzo ai sette candelabri d’oro. Conosco le tue opere, la tua fatica e la tua perseveranza, per cui non puoi sopportare i cattivi. Hai messo alla prova quelli che si dicono apostoli e non lo sono, e li hai trovati bugiardi. Sei perseverante e hai molto sopportato per il mio nome, senza stancarti. Ho però da rimproverarti di avere abbandonato il tuo primo amore. Ricorda dunque da dove sei caduto, convèrtiti e compi le opere di prima”».
Parola di Dio
R. Al vincitore darò da mangiare dall’albero della vita.
Oppure:
R. Il servo fedele riceverà la vita.
Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi,
non resta nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli arroganti,
ma nella legge del Signore trova la sua gioia,
la sua legge medita giorno e notte. R.
È come albero piantato lungo corsi d’acqua,
che dà frutto a suo tempo:
le sue foglie non appassiscono
e tutto quello che fa, riesce bene. R.
Non così, non così i malvagi,
ma come pula che il vento disperde.
Poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti,
mentre la via dei malvagi va in rovina. R.
Che cosa vuoi che io faccia per te? Signore, che io veda di nuovo!
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 18,35-43
Mentre Gesù si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!».
Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato».
Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio.
Parola del Signore
Il cieco di Gerico è ricordato nei Vangeli non solo per essere stato guarito da Gesù, ma anche per la sua grande fede.
Quest’uomo ha infatti riconosciuto in Gesù quel Messia della stirpe di Davide che il popolo ebraico stava aspettando, che era stato promesso da Dio nelle scritture. Ha quindi creduto in lui, solo avendo sentito parlare di lui.
Il suo cuore di è aperto al mistero di questo Gesù che, solo lui, sarebbe potuto essere la sua speranza. Questo forse sente dentro di sé il cieco di Gerico. E quando Gesù passa urla, non riesce a tacere quel “Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!”.
Questo perché quell’uomo ha riconosciuto da ciò che gli è stato raccontato, ha sentito dentro di sé una verità che solo gli occhi dell’anima può accogliere: la regalità di Gesù, il suo divino sacerdozio, il suo mistero d’amore che un cuore aperto alla salvezza sa riconoscere.
Quante volte siamo ciechi, ma ciechi nel cuore? Questa è una piaga ancor peggiore, perché ci chiudiamo agli altri e all’opera di salvezza di Dio, non lasciamo entrare la luce della salvezza di Dio, che vuole trarci fuori dalle tenebre.
La fede, in tutto ciò, non è altro che il nostro cuore aperto che spera nella luce anche quando e tutto buio. E’ il cuore teso a Dio, che spera oltre l’impossibile. E’ il cuore che ama Dio e lo implora perché sa che, nonostante la propria miseria, Dio non lo lascerà nelle tenebre della sofferenza, per il suo grande amore.
Questo ci insegna il cieco di Gerico. Il suo grido che nessuno può soffocare sia la nostra fede nelle avversità della vita, come grido di speranza che squarcia le nubi delle circostanze e ci fa sentire vicina la presenza amorevole di Dio.
Tra i primi pontefici della Chiesa, san Clemente, che si ricorda oggi 23 novembre, fu…
Meditiamo il Vangelo del 23 Novembre 2024, iniziando la giornata con una profonda riflessione sulla…
Il Sabato è il giorno della devozione alla Beata Vergine Maria. Offriamo questo nuovo giorno…
“Donami la pazienza”. Questa è la preghiera della sera da recitare questo venerdì per meditare…
In molti si chiedono se Padre Pio avesse una devozione verso le anime sante del…
Due avvenimenti ritenuti miracolosi sono legati alla devozione marina della Madonna della Guardia di Gavi,…