Ci sono due episodi particolarmente significativi che coinvolgono la Russia, che vale la pena ricordare in questo momento storico così delicato.
La Madonna è mai stata nello spazio? La domanda potrà sembrare peregrina ma non lo è.
Ai tempi se ne parlò poco, non quanto la notizia meritava. Oggi, quel ricordo appare sbiadito e l’attuale quadro geopolitico, forse, non aiuta.
C’era di mezzo la Russia
È successo in un paio d’occasioni e, in entrambe, significativamente, c’era di mezzo la Russia. La prima volta è stato il 16 novembre 2011, quando tre astronauti, capitanati da Dan Burbank, viaggiarono con a bordo un’immagine della Vergine di Kazan. L’icona ortodossa era stata donata nel marzo di quell’anno dal patriarca di Mosca Kirill al direttore del Roscosmos, l’agenzia spaziale russa.
“Spero che venga presa a bordo della navicella nel viaggio che celebrerà il 50esimo anniversario del primo lancio di un uomo nello spazio”, disse in quell’occasione Kirill, alludendo al leggendario viaggio di Yuri Gagarin (12 aprile 1961).
Questo episodio è stato al centro di discussioni apologetiche: a molti era parso significativo che siano stati proprio i russi, a portare la Madonna nello spazio, dal momento in cui, 50 anni prima, l’impresa di Gagarin era stata ampliamente strumentalizzata dai comunisti atei.
Proprio a Gagarin era stata infatti erroneamente attribuita la frase: “Ho visto le stelle ma non ho visto Dio”. Dopo mezzo secolo, la nuova Russia, tornata cristiana mostrava orgogliosamente i segni della sua identità ritrovata. Segni che univano scienza e fede. Significativo anche che, sull’astronave, a fianco dell’icona di Kazan, vi fosse proprio il ritratto di Gagarin.
Proprio nel giorno di Cristo Re
Esattamente tre anni dopo, quella stessa icona riappare a bordo della stessa astronave. Stavolta, nell’equipaggio, vi è anche un’astronauta italiana, Samantha Cristoforetti. In quell’occasione, la partenza avviene il 24 novembre 2014, solennità di Cristo Re dell’Universo.
Accanto alla Madonna di Kazan sono distinguibili altre cinque tipiche icone ortodosse. In quell’occasione, non mancarono i commenti, neanche da parte della stampa laica, quando non apertamente anticlericale.
Nessuno, però, in quell’occasione, è riuscito a criticare apertamente la scelta di collocare quelle icone religiose a bordo di un’astronave. Anzi, qualcuno addirittura si meravigliò del fatto che nessuno degli astronauti avesse espresso fastidio o imbarazzo davanti a quei simboli.
Un segno dei tempi?
C’è un fatto, tuttavia, che è degno di nota più degli altri. I primi a portare la Madonna nello spazio sono stati proprio i russi. Quello stesso popolo che nel secolo scorso ha perseguitato i cristiani e le loro chiese e che, in quest’epoca, sia pure tra non poche contraddizioni, è tornato ad aprirsi alla tradizione religiosa che gli apparteneva.
Nel 2011 e nel 2014, astronauti occidentali avevano volato assieme ai colleghi russi, nell’ambito del programma della Stazione Stellare Internazionale. Il segno di una riconciliazione possibile, sotto lo sguardo benedicente di quelle icone.
Oggi un’operazione del genere non è più possibile. Con la Russia, l’Occidente è nuovamente in guerra. Gli orgogli nazionalistici e ideologici stanno in questo momento prevalendo sulla pacifica convivenza e sul dialogo tra popoli diversi.
Ci piace immaginare, però che, quando la tempesta si sarà placata, un’immagine mariana sarà nuovamente presente. I demoni della guerra possono essere sconfitti soltanto con la preghiera e col digiuno. E con l’intercessione della Regina della Pace che ci indica la strada.