Siamo giunti alle fasi finali dei concordati internazionali, alla fine della diplomazia, al punto in cui la discussione democratica non ha più senso e si deve dare spazio alle armi? Questo è il timore che emerge osservando le mosse di Kim Jong-un: il leader coreano non solo non teme le sanzioni ONU, ma ha dimostrato ampiamente di non temere nemmeno le minacce di una guerra nel suo paese dato che continua ad effettuare i suoi test missilistici, l’ultimo dei quali con una bomba H (la famosa bomba che ha distrutto Nagasaki ed Hiroshima) talmente potente da generare due terremoti in rapida successione, il primo di magnitudo 6.3 ed il secondo di 4.6.
La risposta a questa ennesima provocazione di Pyongyang era prevedibile, gli Stati Uniti hanno tuonato minacciando nuovamente il ricorso alla potenza bellica, mentre Giappone, Corea del Sud e Cina hanno convocato i consigli militari d’emergenza per discutere sul da farsi e rafforzato le linee di confine in caso di un ingresso in guerra. Sin dalle ore successive alle due scosse i jet giapponesi e cinesi hanno sorvolato i dintorni per verificare che le emissioni radioattive non giungano fino ai loro paesi. Nelle ultime ore è stata persino ventilata l’ipotesi che il forte terremoto potesse causare un crollo nel sito di Punngye-ri e la conseguente fuga di radiazioni.
Ipotesi e notizie non confermate a parte, ciò che è certo è che la Corea del Nord ha effettuato il test nucleare più potente della storia. Il perché abbia deciso di testare una bomba così potente è chiaro, Kim voleva mettere paura ai suoi avversari e mostrare ancora una volta di non temere minacce di alcun tipo. Secondo l’ex militare USA Frank Rincona, si è trattato di una risposta alle esercitazioni che Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud hanno effettuato i giorni precedenti ai confini della Corea del Nord: l’ex ufficiale ha spiegato ai cronisti della ‘CNN’ che i jet della coalizione avevano sganciato delle bombe al confine per mettere pressione al ledear coreano, ma questo non si è affatto intimorito, anzi ha soffiato sul fuoco spingendo la situazione al limite.
Medjugorje, 25 novembre 2015
“Cari figli,
oggi vi invito tutti: pregate per le mie intenzioni.
La pace è in pericolo, perciò figlioli, pregate e siate portatori della pace e della speranza in questo mondo inquieto nel quale satana attacca e prova in tutti i modi.
Figlioli, siate saldi nella preghiera e coraggiosi nella fede.
Io sono con voi e intercedo davanti a mio Figlio Gesù per tutti voi.
Grazie per aver risposto alla mia chiamata.”
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