La libertà di fede e di esprimere liberamente il proprio credo religioso è divenuta un optional in molti paesi del mondo, e il numero dei martiri cristiani aumenta di giorno in giorno insieme a persecuzioni e vessazioni di ogni genere. Uno degli ultimi casi in ordine cronologico che vogliamo segnalare è quello dei continui abusi perpetrati a danno dei cristiani Indiani, continuamente sottoposti a pressioni e a minacce dove i luoghi di culto principali sono attaccati e bruciati. L’escaletion di violenze ha raggiunto il culmine quando a Delhi durante una manifestazione organizzata dall’arcidiocesi atta ha sollecitare l’intervento del governo indiano a protezione delle minoranze religiose cristiane, il corteo è stato sciolto a forza e ci sono stati decine di arresti tra i manifestanti che in maniera pacifica e mansueta sfilavano per le strade della città.
La Chiesa indiana di fronte ai fatti incresciosi di Delhi , è scesa in piazza organizzando una mega manifestazione pubblica denominata “Marcia per la pace e l’armonia”. L’evento è stato organizzato a Bangalore e vi hanno partecipato migliaia di persone tra cui centinaia di sacerdoti, suore, e laici impegnati nella pastorale e udite udite 140 Vescovi tra cui moltissime personalità di spicco della chiesa cattolica: il cardinale Oswald Gracias, presidente della Conferenza episcopale cattolica, l’arcivescovo di Delhi, Anil Couto, e l’arcivescovo di Bangalore Bernard Moras. la presenza massiccia dei Vescovi Indiani è dovuta al fatto che proprio in quei giorni gli stessi erano riuniti per la loro assemblea annuale in programma nella città indiana e che si conclude proprio oggi 9 febbraio.
L’evento è stato preceduto da una veglia di preghiera coronata con una bellissima processione con candele accompagnata da canti e preghiere . E i Vescovi in questione hanno espresso tutta la loro preoccupazione per la situazione che si sta determinando provando “angoscia e preoccupazione per gli attacchi che minacciano l’armonia tra le comunità”. All’assemblea avrebbero voluto partecipare in rappresentanza del Vaticano gli Arcivescovi Arthur Roche e Protase Rugambwa ma sarà un caso? gli è stato negato il visto d’ingresso per ragioni burocratiche impedendo loro la partecipazione.
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