La Marcia per la Vita si terrà sabato 19 Maggio a Roma.
Qualche settimana fa, avevamo annunciato la Campagna #stopaborto della Fondazione CitizenGo che, tra l’altro, chiedeva la collaborazione di tutti, per poter diffondere la cultura della vita e la difesa del feto.
La Campagna #stopaborto inizia, ora, con un manifesto affisso a Roma, riportante lo slogan “L’Aborto è la prima causa di Femminicidio nel mondo”.
Questa è solo una delle iniziatiche che si vogliono portare avanti, in vista della Marcia per la Vita, che si terrà sabato 19 Maggio, nella Capitale: “È in atto il tentativo di censurare e silenziare chi afferma la verità sull’aborto, che sopprime la vita di un bambino e ferisce gravemente quella della donna. Rivendichiamo il diritto di opinione ed espressione tutelato dalla Costituzione”, dicono i membri della CitizenGO.
Come è accaduto in precedenza, proprio nella Capitale, per altri cartelloni proVita, qualcuno ha già chiesto alla sindaca Virginia Raggi di togliere quel manifesto: “Chiediamo alla sindaca di intervenire immediatamente, per far rimuovere questo vergognoso manifesto da uno dei gruppi, a nostra parere, pro-odio e contrari alla libertà di scelta delle donne”, dicono in Web gruppi femministi e affini.
E continuano: “Chiediamo a tutte le associazioni e a tutte le persone che intendono sostenere le nostre azioni a sostegno della Legge 194 e della libertà femminile (questa inclusa), di sottoscrivere questo post in proprio nome e cognome” e la Presidente del II Municipio di Roma, Francesca Del Bello, ribadisce: “Questa mattina Roma si è svegliata nuovamente invasa da manifesti offensivi, per tutte le donne, soprattutto per quelle che hanno conosciuto l’esperienza difficile dell’aborto o della violenza. Chiediamo al Campidoglio e all’assessora Marzano di intervenire tempestivamente”.
Frasi molti dure, dunque, che vogliono sottolineare come la libertà della donna debba passare sulla morte dei loro possibili figli.
Per noi, è inaccettabile che donne, casalinghe o deputate, istruite o meno, in carriera o disoccupate, scelgano di farsi scudo con una legge pro aborto (che, tra l’altro, non è permissiva come si vorrebbe far credere), per nascondere la propria capacità di egoismo e di rinnegare l’istinto naturale alla maternità, che dovrebbe proteggere il feto e mai distruggerlo, come se fosse un batterio da estromettere dal corpo.
Antonella Sanicanti