I cattolici conoscono bene il significato del Crocifisso e non si sognerebbero mai di toglierlo da casa perché potrebbe essere scambiata con un immagine truce. Immaginate, però, di dover spiegare ad un cristiano protestante o appartenente ad un movimento neocatecumenale il significato che ha per voi la crocifissione di Gesù Cristo e di doverla difendere, ci riuscireste senza cadere in dei tranelli?
Questa è per sommi capi la problematica espressa da un giovane inglese in una rubrica sulla fede: TJ è figlio di un padre risposato ed ha un ottimo rapporto con la matrigna, salvo che per la concezione del crocifisso. La donna (appartenente ad una fede protestante) lo canzona perché la sua fede non prevede la raffigurazione di Cristo in croce e gli dice che il suo Dio ha sconfitto la crocifissione ed è risorto. Il ragazzo, infastidito da questi continui commenti, vorrebbe far capire perché la croce è importante per lui senza urtare la sensibilità della matrigna.
La curatrice della rubrica, Katrina, spiega al giovane lettore che si tratta di un comportamento comune di alcune persone appartenenti a determinate confessioni protestanti: “Quello che descrivi è un atteggiamento comune nei confronti del crocifisso per alcune sette del protestantesimo del Sud”. Spiega, inoltre, di essersi trovata in una situazione simile con una collega di lavoro e di aver deciso di non affrontare una discussione, ma di interrompere la frequentazione per palese divergenza d’opinione.
Nel caso in specie un simile approccio non è possibile e quindi Katrina offre al ragazzo una soluzione razionale e ragionata: “Dille che non ha intenzione di rimuovere il crocifisso da casa tua e spiegale le ragioni per cui i cattolici tengono all’iconografia della Croce”. Sebbene, infatti, alla base dell’ideologia cattolica ci sia la resurrezione di Cristo e, dunque, la vittoria sulla morte, l’immagine del Cristo in Croce è un memento delle sofferenze di cui il Salvatore si è fatto carico per la nostra salvezza: “Cristo in croce su un crocifisso non è una rappresentazione macabra di un Gesù morto su una croce. La crocifissione è l’atto d’amore più puro e vero. Quando guardiamo un crocifisso, ci viene ricordato l’amore sacrificale e incondizionato che Cristo ha per noi. Ci viene ricordato il prezzo della nostra redenzione”.
Ma non solo, ricordare il martirio subito da Gesù è un modo per comprendere che ciò che subiamo quotidianamente non è niente in confronto a quello di cui si è fatto carico Cristo per la nostra salvezza, il che ci permette di non sentirci soli. Nessuno di fronte ad una spiegazione del genere potrà avere da ridire, quindi Katrina conclude dicendo: “Penso che se la tua matrigna sapesse cosa provi davvero per il crocifisso – poi anche dirle dove o perché l’hai preso – la sua opinione si addolcirebbe. Un po’ di comprensione può fare molto. Forse un giorno arriverà addirittura a condividere il tuo apprezzamento per il crocifisso”.