Come qualcuno direbbe tutti in Carrozza ma questa volta no.Abbiamo giocato sul cognome del ministro, o della ministra dell’istruzione che spara a zero sulla famiglia, come se fosse qualcosa di superato, un concetto astratto, un ricordo lontano. Io mi rivolgo ai cattolici veri non quelli di fatto, ricordiamoci di questi signori quando andremo a votare. Noi non intendiamo fare politica non ci interessa, ma quasti personaggi stanno calpestando i nostri valori le nostre radici e se staremo zitti diventeremo loro complici . La sacra scrittura in merito è chiara, nell”apocalisse di San Giovanni Apostolo:
All’angelo della Chiesa di Laodicèa scrivi:
Così parla l’Amen, il Testimone fedele e verace, il Principio della creazione di Dio: 15 Conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! 16 Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca.
A che servono i genitori? Praticamente a nulla, madre o padre, genitore 24 o genitore 32, è tutto uguale. E la famiglia, ma sì la famiglia, un concetto vago, da vecchi bacucchi, superato dai tempi, nostalgico e magari anche un po’ “fascista”. Che la linea della sinistra fosse questa, lo si era capito da mesi (o meglio, da decenni), ma adesso c’è la corsa a chi la spara più grossa. E non sono solo gli esponenti di seconda fila dei partiti, che sgomitano per finire sui giornali e avere uno sprazzo di notorietà, ma anche chi ha funzioni istituzionali molto alte, come i membri del governo Letta. L’ultima bordata assurda, irricevibile, -commenta Girolamo Fragalà-, arriva dal ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza. Che in premessa avverte: “Il ruolo materno e paterno tradizionali ormai si alternano”. Per poi svilire le figure dei genitori: ”Non sono per estremizzare e cancellare, ad esempio, la festa del papà”, dice in un’intervista a Rai News, con l’aria di chi fa una concessione al futuro genitore 1. “Ma neanche per calcare la mano. La famiglia ideale in questo momento non esiste, forse non è mai esistita. Bisogna stare molto attenti a enfatizzare la struttura familiare ideale”. Un ulteriore regalo all’azione distruttiva (l’obiettivo è dire che la famiglia è ormai uno stereotipo e come tale va annullata alla radice) iniziata dal suo partito, il Pd, e condotta con forza da tutta la sinistra. Un’azione che smantella i princìpi sui quali si fonda la società italiana. Quindi, per un calcolo politico, vengono cancellate con la matita blu le identità di padre e madre. I genitori però devono ringraziare la ministra democratica Carrozza per la sua magnanimità: cercherà di non eliminare la festa della mamma e nemmeno quella del papà. E magari, in queste due date, con uno sforzo enorme, consentirà agli insegnanti di permettere agli alunni delle elementari di preparare qualche regaluccio ai genitori. Però in silenzio, quasi di nascosto e vergognandosi per essere così retrogradi, oscurantisti e nostalgici.
Continua senza sosta la polemica a Venezia sulla distribuzione dei libri gay nelle scuole materne. Le fiabe dove un uovo è covato da due pinguini maschi, il cane Bif che vuol fare la ballerina e altri libretti “alternativi” distribuiti negli asili nido e nelle scuole materne del Comune non piacciono al sindaco Orsoni. Il primo cittadino, non ha gradito clamore e polemiche che hanno seguito l’iniziativa: “La consigliera Seibezzi ha avuto le deleghe per tutelare i diritti civili e non per fare propaganda”, ha commentato seccamente. Parole che suonano come un disconoscimento e una presa di distanza, all’indomani della conferenza stampa dove la delegata ai Diritti civili e alla lotta alla discriminazione della giunta, Camilla Seibezzi, ha fatto il bilancio dei primi quattro mesi della sua attività. La consigliera, ha dichiarato che – dopo mesi di polemiche – il sindaco Orsoni stesso aveva alla fine autorizzato la sua proposta di sostituire sui moduli comunali la dicitura “padre/madre” con il termine “genitore”, come già adottato da altri Comuni e dallo stesso ministero per l’Istruzione. Seibezzi ha poi anche annunciato la distribuzione nelle 50 scuole comunali per l’infanzia della città (dagli spazi cuccioli, ai nidi alle materne) di 49 libri di fiabe “anti-discriminatorie”, accompagnate da un corso di aggiornamento per 70 insegnanti. Quest’estate, Orsoni aveva bollato con un “parte male” l’iniziativa su “padre-madre-genitore” che poi ha fatto il giro d’Italia e ora sarà adottata anche a Venezia con provvedimento del dirigente delle Politiche educative. Ora il commento è altrettanto netto, infastidito soprattutto da clamore e polemiche. Immediata era stata anche la reazione dell’assessora alle Politiche sociali Tiziana Agostini: “I libri nelle scuole vengono adottati solo dopo la valutazione del personale competente”. Dove andrà a finire la famiglia? Quale sarà il futuro dell’istituto familiare?
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