Il Giubileo della Misericordia si è appena concluso lasciando sensazioni più che positive a tutti i fedeli. Adesso, l’esempio offerto dalla Chiesa deve servire a tutti per mettere in pratica atti di misericordia verso il proprio prossimo, solo in questo modo, guidati dalla mano sapiente di Dio si può veicolare il suo messaggio di pace e amore, un messaggio che sembra aver perso la sua efficacia, ma solo perché i messaggeri hanno perso la vocazione.
Questo è il messaggio che Papa Francesco ha voluto trasmettere durante tutto il Giubileo, ai fedeli ovviamente, ma anche ai Vescovi (sarà merito loro se la comunità si allargherà nei prossimi anni) e persino ai sacerdoti appartenenti ad altre confessioni, durante l’incontro in Sveglia tenutosi ad inizio mese.
Le parole possono variare, così come gli esempi citati, ma il significato di ogni intervento del Papa a riguardo è sempre lo stesso: l’uomo ha un bisogno impellente di ricevere la Misericordia divina, questo è quello che il Pontefice ha detto durante l’udienza ai rappresentanti delle diverse religioni:
“In un mondo agitato e con poca memoria, che va di corsa lasciando indietro molti e senza accorgersi di rimanere senza fiato e senza meta, abbiamo oggi bisogno, come dell’ossigeno, di questo amore gratuito che rinnova la vita. L’uomo ha sete di misericordia e non vi è tecnologia che possa dissetarlo”.
La prima parte di questa frase è una critica al mondo moderno, un mondo che ha abbandonato i valori della fede per rincorrere quelli del benessere economico e del progresso. In questo contesto, i pochi si arricchiscono vivendo in un lusso sfrenato e tralasciando i dilemmi morali, mentre gli altri cadono verso un baratro di povertà ed isolamento che li conduce a dilemmi morali tormentanti e tormentati ed infine ad una sfiducia totale verso il mondo e verso Dio.
Qui, tra la vittoria dell’effimero e quella della disperazione, il bisogno di Misericordia non fa che acuirsi, l’amore Divino è l’unica salvezza, ma perché si espliciti il ruolo della Chiesa è fondamentale, così come quello dei suoi fedeli. Se il povero può esperire l’amore divino attraverso l’aiuto degli altri, come può trovare la via chi non ha bisogno di sostentamenti?
Proprio a questi, in maniera sottile, si riferisce la parte finale della frese del Papa: “L’uomo ha sete di Misericordia e non vi è tecnologia che possa dissetarlo”, alla lunga le ricchezze, le donne e le auto non basteranno più, il vuoto di un esistenza vissuta alla ricerca di una bellezza effimera presenterà il conto, in quel momento, questi uomini si accorgeranno di aver voltato le spalle a Dio ed al volto di Cristo (rappresentato da ogni essere umano che soffre), di essere soli, in quel momento comprenderanno che il bene più caro al mondo è l’essere umano. In questi casi è d’obbligo per la Chiesa spingere sui veri valori e farli comprendere a chi non li ha recepiti, velocizzando questo parto maieutico.
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