Maria, come ogni mamma, aveva una ninna nanna per il suo Gesù Bambino, un canzone dal cuore che serviva per farlo addormentare. Cosa gli cantava?
Maria madre di Dio e dell’umanità, è la mamma di tutte le mamme. Lei fu e resterà sempre la madre più dolce e premurosa, amorevole e sapiente che si possa pensare. Non possiamo nemmeno immaginare quanto amore dette a suo Figlio Gesù e quanto lo colmò di un amore che le veniva da Dio e dal suo Cuore Immacolato.
Se vogliamo farci una lontana idea di questo, ascoltiamo la canzone che la mistica Maria Valtorta potò ascoltare grazie alle sue numerose apparizione e rivelazioni da parte di Gesù che riguardavano la Sua vita, che ella trascrisse in un libro di 10 volumi: “L’Evangelo, come mi è stato rivelato”.
Maria Valtorta (Caserta, 14 marzo 1897 – Viareggio, 12 ottobre 1961), fu una mistica cattolica italiana, e racconta di aver avuto visioni riguardo alla vita di Gesù, di Maria e ai Vangeli. Di aver quindi trascritto tutto ciò che Gesù le aveva detto e mostrato in un libro, “L’Evangelo come mi è stato rivelato”, in un progetto per far meglio conoscere Dio alle anime. Anche se non sono stati riconosciuti ufficialmente, questi scritti vengono tutt’ora studiati.
Questa che ascolteremo, messa in musica seguendo fedelmente la percezione della celebre mistica italiana, si dice proprio essere essere la ninna nanna che Madonna, nella sua lingua, cantava a Gesù.
“Stamane ho avuto un soave risveglio. Ancor fra le nebbie del sopore sentivo una voce purissima cantare dolcemente una lenta ninna-nanna. Pareva una pastorale natalizia tanto era lenta e arcaica. Seguivo quel motivo e quella voce sempre più beandomene e tornando lucida sotto la sua onda. Finalmente lo sono stata e ho capito. Ho detto: «Ti saluto, Maria, piena di grazia!», perché era la Mamma che cantava. E Lei ha rinforzato la voce dopo avermi detto: «Anche io ti saluto. Vieni e sii felice!».
E l’ho vista. Nella casa di Betlemme, nella stanza da Lei occupata, intenta a cullare Gesù per addormentarlo. Nella stanza era il telaio di Maria e dei lavori di cucito. Sembrava che Maria avesse sospeso il lavoro per dare il latte al Bambino, cambiargli le fasce, meglio, i panni, perché era già un bambinello di qualche mese. Direi sei o otto al massimo; e che contasse riprendere il lavoro quando il Bambino fosse addormentato.
L’ora era verso sera. Il tramonto, già quasi completamente compiuto, aveva sparso di bioccoli d’oro il cielo sereno. Delle mandre tornavano al chiuso, brucando le ultime erbe di un prato fiorito, e belavano alzando il musetto.
Il Bambino stentava ad addormentarsi. Pareva un poco inquieto come per smania dei denti od altra piccola “bua” della puerizia.
Ho scritto, come ho potuto, nel buio di quell’ora appena appena mattinale, il canto su un pezzo di carta, ed ora lo copio qui:
«Nuvolette tutte d’oro – paion greggi del Signore.
Sopra il prato tutto in fiore – un altro gregge sta a guardar.
Ma se avessi tutti i greggi – che ci sono sulla terra
l’agnellino a me più caro – saresti sempre Tu…
Dormi, dormi, dormi, dormi…
Non piangere più…
Mille stelle rilucenti – stan nel cielo a riguardare.
Le soavi tue pupille – non le far più lacrimare.
I tuoi occhi di zaffiro – son le stelle del mio cuore.
Il tuo pianto è il mio dolore! – Oh! non piangere più…
Dormi, dormi, dormi, dormi…
Non piangere più…
Tutti gli angeli splendenti – che ci son nel Paradiso
fan corona a Te, innocente – per bearsi del tuo viso.
Ma Tu piangi. Vuoi la Mamma. – Vuoi la Mamma, Mamma, Ma…
qui intorno a farti “nanna”. – Nanna, nanna, nanna, na…
Dormi, dormi, dormi, dormi…
Non piangere più…
Poi il ciel si farà rosa – per l’aurora che ritorna
e la Mamma ancor non posa – per non farti lacrimar.
Ridestato dirai: ” Mamma! ” – ” Figlio! ” io ti dirò,
e col bacio amore e vita – insieme al latte ti darò…
Dormi, dormi, dormi, dormi…
Non piangere più…
Senza Mamma non puoi stare – neppur se sogni il Cielo.
Vieni, vieni! Sotto il velo – io ti farò dormir.
Il mio petto per guanciale – le mie braccia a farti cuna.
Non avere tema alcuna! – Io sono qui con Te…
Dormi, dormi, dormi, dormi…
Non piangere più…
Io con Te ci sarò sempre. – Sei la vita del mio cuore…
Egli dorme… Pare un fiore – posato sopra il sen…
Egli dorme… Fate piano! – Forse vede il Padre Santo…
Quella vista asciuga il pianto – del dolce mio Gesù…
Dorme, dorme, dorme, dorme
e non piange più…».
Elisa Pallotta
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