La parola di Dio qualifica le decisioni del Santo Padre ed i fedeli devono solamente rimettersi ad esse

 

Non passa un singolo giorno senza che qualcuno palesi la sua perplessità nei confronti di Papa Francesco, in questi giorni vi abbiamo riportato le testimonianze di sacerdoti e credenti che invece ne prendono le difese per il semplice fatto che il Papa attuale, così come quelli precedenti, è stato eletto per intervento dello Spirito Santo. Oggi vi riportiamo uno stralcio delle paure di un missionario brasiliano, che, a chilometri di distanza da Roma, nutre forti dubbi sull’opera di rinnovamento che vuole apportare Bergoglio.

Il missionario invia un mail al Sacerdote Piero Gheddo, dove lo informa della sua opera missionaria, del gran lavoro fatto con i Pime in Brasile e poi, diversamente da altri, esprime in maniera educata le sue perplessità sull’opera del Santo Padre. L’uomo di Cristo vede nella condanna dei comportamenti illeciti dei preti una forma di mancanza di rispetto e non si capacita di come il Papa possa dare priorità a questo piuttosto che alla conversione dei non credenti: “Sempre denuncia i preti pedofili, ma quelli che sono fuori della Chiesa e del Vangelo sono sulla strada giusta e non hanno bisogno di conversione? Un prete della mia diocesi che ha lasciato il sacerdozio è stato ricevuto a pranzo dal Papa con sua moglie Sono cose che fanno pensare”.

Due aspetti di una politica radicale e controversa che serve a purificare l’immagine sporca e corrotta della Chiesa degli ultimi anni, ma talmente innovativa in un contesto prima teso all’occultamento delle nefandezze che sorprende e fa soffrire i più. Su queste basi il sacerdote sostiene che Papa Francesco stia dividendo la Chiesa, ma quello che ci chiediamo noi è : non è forse meglio staccarsi dagli esempi negativi e ripulire la Chiesa dalle malignità?

In un certo senso Don Piero Gheddo risponde sia a noi che al missionario. Innanzi tutto porta un esempio che illustra come l’elezione di Papa Francesco sia stata voluta dallo Spirito Santo:

“Nell’ultimo giorno del Concilio Vaticano II (7 dicembre 1965) il Decreto “Ad Gentes” era votato con 2.394 noti favorevoli e solo 5 contrari, dopo un contrastato e fortemente contestato percorso. Il card. Pietro Gregorio Agagianian, Prefetto di Propaganda Fide e Presidente della Commissione per l’Ad Gentes (della quale ero “perito”, nominato da Giovanni XXIII), esclamava: “Lo Spirito Santo c’è davvero!”. Lo stesso si può dire per l’elezione del card. Bergoglio a 265° successore di San Pietro”.

Egli ritiene inoltre che dal 1700 a questa parte ogni singolo Papa eletto è stato degno del proprio compito ed emblema vivente della manifestazione dello Spirito Santo. A questo punto aggiunge come la visione dell’attuale pontefice sia innovativa perché appartenente al mondo missionario, va contro la tradizione perché è giusto che sia così in un periodo di grosso tumulto intellettuale e spirituale, e per dare peso a queste parole Don Gheddo aggiunge quelle di Gesù Cristo ai suoi apostoli:

“Molte altre cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future”.

Con queste parole il Messia intendeva dire che la volontà di Dio rimane sempre oscura all’uomo e che verrà espressa tramite le azioni del suo vicario in terra e dei suoi ministri. Come potete vedere è la stessa parola di Dio che qualifica le decisioni del Santo Padre ed i fedeli devono solamente rimettersi ad esse, perché il quadro completo di azioni a noi non comprensibili porta sempre ad un unico risultato: la salvezza dell’essere umano.

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