Fiumi di lacrime ieri sera davanti alla Tv, su canale 5 programmano The Passion, di Mel Gibson, che racconta la Passione di Gesù. C’è ancora chi, in un giorno di sole, in un giorno di festa come quello di ieri, si ferma e ricorda cosa si sta festeggiando in questa Pasqua, cosa veramente c’è dietro a quel giorno pieno di uova, cibo, parenti e amici. C’è Lui, Lui che ha dato la sua vita per noi, Lui che ha sofferto, dilaniato devastato, flagellato, umiliato, schernito, crocifisso come … fosse niente.
E c’è Lei, sua madre, Maria, e il suo dolore, silenzioso, enorme, passa da quegli occhi e quel cuore di madre esce dallo schermo e devasta il nostro…Lei che chinata, raccoglie il sangue sparso di suo figlio, del suo piccolo bambino, Lei che impotente gli corre incontro e non può più far più nulla per Lui, Lei che sotto la croce bacia per l’ultima volta quel figlio tanto amato e resta niente, quel sangue ovunque e niente più. E tutti in quel figlio dilaniato e quella madre devastata abbiamo rivisto duemila anni di ingiustizie, guerre, bombe, dolori, cattiverie, madri che piangono i loro figli ancora oggi portati via dalla cattiveria degli uomini, donne a cui restano tra le mani solo le vesti e il sangue dei propri figli, donne che prendono in braccio per l’ultima volta i propri figli uccisi, come ieri, come in quel parco in Pakistan…come troppo spesso accade oramai.
E in Lui, in Gesù, abbiamo rivisto tutto il dolore, fisico e di abbandono, la tristezza e l’amarezza che ha sofferto per ognuno di noi, e abbiamo pianto, pianto per lui che soffriva e in silenzio pianto per noi, che ogni giorno torniamo a offenderlo, rinnegarlo, umiliarlo con tanta ingratitudine in piccoli continui tradimenti. Ci siamo seduti accanto ai nostri figli, convincendoli che valeva la pena vedere un grande film, bellissimo, veritiero, forse troppo cruento, che ha fatto la storia del cinema…e ci siamo ritrovati ad asciugare lacrime che non volevano fermarsi perché la nostra vita non è quella che dovrebbe essere, quella che Lui ha meritato con tanto dolore, non è, anche e soprattutto per chi si vanta dell’essere cristiano, quella che Lui ci ha insegnato.
E restano gli occhi di quell’uomo unico, che ha continuato a guardarci da quello schermo con tanto amore, che in silenzio con obbedienza ci ha detto…”Lo sconto io il tuo peccato, perché ti amo” ed è salito su quella croce. Ancora oggi, dopo dodici anni, dopo decine di visualizzazioni, l’effetto del film è lo stesso, per quando ci prepariamo forti dell’averlo già visto, per quanto la programmazione e la sua pubblicità ci rendano indifferenti, siamo rimasti anche ieri sera lì “per caso”, insieme ad altri milioni di persone, a chiederci il senso della nostra storia e del nostro vivere davanti al Suo sacrificio d’amore. Possiamo oggi far finta di niente e tornare alla vita di sempre, possiamo, rimettendo a posto i piatti, le uova e le tovaglie sporche, rimettere nel ripostiglio anche Gesù fino al prossimo Natale? O possiamo fermarci e realizzare che non è stato solo un bel film ben fatto, ma come disse Giovanni Paolo II alla sua prima visione…” Si …..è’ proprio così che è andata .”, che quel sacrificio è stato fatto anche per noi e basta una sola lacrima scesa dal nostro cuore, e non solo dagli occhi, per cambiare tutto?