Un’inaugurazione che ha del miracoloso viste tute le difficoltà attraversato ma che adesso apre grandi segnali di speranza per il futuro, sotto il segno della Vergine Maria.
Si potrebbe dire che è stata proprio Maria a rendere possibile questo speciale avvenimento.
La piccola comunità cattolica fino ad ora non aveva alcun punto di riferimento dal punto di vista religioso, né un luogo dove pregare in serenità. Ora però le cose sono finalmente cambiate.
La Vergine, per i cattolici la Madre di Dio, è infatti riconosciuta anche dai musulmani, come madre di quello che definiscono il grande profeta Isa. Tanto da essere citata in una Sura del Corano, in cui è scritto che “gli angeli dissero: O Maryam, Allah ti ha eletta, ti ha purificata ed eletta tra tutte”.
Sotto il segno di Maria, quindi, ora la comunità cattolica del Bahrein può finalmente vivere la propria fede all’interno di un edificio sacro dedicato a loro, e questo rappresenta certamente un passo avanti molto importante nella pace e del dialogo interreligioso.
Il regno del Bahrein, nazione che comprende più di 30 isole nel Golfo Persico, in Medio Oriente, è uno dei pochi paesi musulmani della penisola arabica ad avere una popolazione cristiana, e nello specifico cattolica, ormai dal 1930. Principalmente si tratta di lavoratori migranti dall’Asia o espatriati dai paesi occidentali, che in tutto sono circa ottantamila e costituiscono circa il dieci per cento della popolazione.
Nel Paese, la religione ufficiale è l’islam e per questa ragione vige anche l’applicazione della Shariah, la legge islamica, nonostante i gruppi cristiani e di altre religioni godano della libertà di culto. Diversamente da quanto, purtroppo, accade nella Arabia Saudita. Un altra caratteristica molto speciale del Paese è la particolare apertura al dialogo interreligioso.
Proprio nel Bahrein, infatti, è stato presentato per la prima volta lo storico Documento sulla fratellanza umana per la pace nel mondo e la vita insieme, poi firmato il 4 febbraio 2019 ad Abu Dhabi da papa Francesco e Grande imam di Al-Azhar Ahmed el-Tayeb.
Sempre nel Paese, ora, è stata edificata la più grande chiesa cattolica della penisola araba, dopo la prima cattedrale dedicata alla Sacra famiglia nel deserto e costruita dal 1956 al 1961 a Madinat al-Kuwait. L’edificio sacro è infatti dedicata a Nostra Signora d’Arabia, dopo che sette anni fa, nel 2014, il re Hamad bin Isa al Khalifa aveva regalato novemila metri quadri di terreno per la costruzione della chiesa.
La posa della prima pietra risale al 31 maggio 2014, e a sostenere il progetto fu allora il vicario apostolico Camillo Ballin, deceduto lo scorso anno, insieme anche ad Aiuto alla Chiesa che Soffre che è intervenuta più volte durante il processo di costruzione. Oggi la consacrazione della cattedrale acquista rilievo anche perché il re Ahmed bin Isa ha ufficialmente invitato papa Francesco a visitare il Paese.
Così ieri il cardinale Luis Antonio Tagle, prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, ha consacrato ad Awali in Bahrein la Cattedrale di Maria regina d’Arabia. “Ringraziamo il Signore per il dono della cattedrale di Nostra signora d’Arabia, segno vivente della sollecitudine del Signore per il suo gregge”, ha affermato Tagle, introducendo l’omelia durante la messa di consacrazione.
“Il Santo padre, papa Francesco, e la comunità cattolica in Bahrain ringraziano Sua Maestà il Re Hamad bin Isa al Khalifa per il fatto di aver mantenuto la tradizione della famiglia reale nel sostegno offerto alla Chiesa cattolica e per aver donato la terra su cui sorge questa chiesa”
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