Davanti allo scenario di una calamità naturale, tutti ci sentiamo inermi, e neppure la scienza e la tecnologia ci possono difendere. Ed è allora che sentiamo di più il bisogno di affidarci a Dio.
La preghiera, la richiesta di costante protezione e vigilanza a Dio Padre è ancora più forte nei momenti in cui ci si sente impotenti di fronte alle situazioni esterne. E ci rendiamo conto che senza l’aiuto di Dio, noi non possiamo nulla.
Una situazione particolare è quella che sta vivendo la popolazione che vive alle falde del Vesuvio e nel pieno della zona dei Campi Flegrei.
Ce lo hanno insegnato sin da bambini e lo abbiamo ascoltato, qualche domenica fa, anche nel Vangelo della domenica: “Senza di me, non potete far nulla”. Sono le parole del Signore Gesù che ci fanno ulteriormente riflettere su tutto ciò che sta accadendo, nel mondo e non solo, anche in quelli che sono i contesti più a noi vicini.
In un mondo sconvolto da scenari di guerra che si riaccendono e si spengono a ritmi velocissimi, ma anche la natura che si ribella e si “risveglia” davanti all’impotenza (in alcuni casi) dell’uomo. Sì perché è vero che la scienza e la conoscenza da un lato progrediscono e vanno avanti a ritmi esorbitanti, ma è pur vero anche che, non sempre, è possibile all’uomo controllare il tutto.
Un mondo in pericolo: anche la natura si ribella
Disastri naturali, terremoti e possibili eruzioni che potrebbero avvenire da un momento all’altro, si vanno ad affiancare a scenari di guerra “voluti dall’uomo”, e non ci si rende conto, come più volte ha invocato anche Papa Francesco, che si stiamo allontanando (per quel che riguarda le situazioni volute dall’uomo) dalla pace, che è quel qualcosa che nel mondo dovrebbe essere sempre ed ovunque presente.
Una pace che, anche se solo esteriore, porterebbe anche a comprendere al meglio ciò che, forse, la natura con i suoi movimenti ci sta dicendo. Un esempio? Ciò che sta accadendo in Campania, nella zona dei Campi Flegrei. Sì, perché lì la terra si muove davvero, si innalza e si abbassa da millenni per quello che la scienza ha definito come fenomeno del bradisismo. Ma si è, anche, consapevoli, che è una zona vulcanica e che lì sotto, come anche per il Vesuvio, c’è qualcosa che si muove: il magma.
Si tratta di territori perennemente e costantemente osservati e monitorati quanto dall’Osservatorio Vesuviano quanto anche dall’INGV che aiutano anche la popolazione, che li ci abita, a comprendere ogni singolo fenomeno che si sta sviluppando e, anche a come bisogna comportarsi nel caso in cui questi fenomeni assumano una piega, per così dire, inaspettata. Lo dicevamo all’inizio: la scienza progredisce a vista d’occhio e noi ringraziamo tutti coloro che, sempre, ci aiutano a comprendere e che studiano per noi ciò che accade attorno.
Vesuvio e Campi Flegrei: territori in movimento e la popolazione si affida
Molto spesso, però, accanto alla scienza, si affianca anche la fede, perché è lei il “gradino prossimo” al quale affidarsi. E, in zone dove fede e tradizione si affiancano e di molto, la Campania è proprio una di queste. La costante preghiera a Dio ed alla Vergine Maria, perché protegga chiunque abiti in queste zone da ogni scenario nefasto, è costante e sempre presente.
Chi abita quanto nei Campi Flegrei quanto alle falde del Vesuvio (e chi scrive questo articolo, lo può testimoniare, perché abita in queste zone) è consapevole di vivere “su di una bomba naturale” che può esplodere da un momento all’altro. Gli studi continuano, le osservazioni degli scienziati anche e, a tutto questo, lo dicevamo all’inizio, si unisce la fede.
La preghiera a San Gennaro che protegge dalle eruzioni e dalla lava
In particolare modo, la preghiera a San Gennaro, santo Patrono della città di Napoli e di quella di Pozzuoli che mai ha fatto mancare la sua intercessione presso Dio ed ha protetto da possibili eruzioni. Ed il terzo miracolo dell’anno del Santo (quello del 16 dicembre) è proprio relativo a questo, quando Gennaro fermò con la sua mano, la lava del Vesuvio che si avviava verso Napoli.
In questo momento così complesso, è proprio a San Gennaro che ci rivolgiamo, certi che porterà tutte le nostre preghiere al trono dell’Altissimo:
“O Gennaro, strenuo atleta della fede di Gesù Cristo, inclito Patrono della cattolica Napoli, volgi benigno il tuo sguardo verso di noi, e degnati di accogliere i voti che con piena fiducia nel tuo potente patrocinio deponiamo oggi ai tuoi piedi.
Quante volte sollecito sei accorso in aiuto dei tuoi concittadini, ora arrestando il cammino della lava sterminatrice del Vesuvio, ed ora prodigiosamente liberandoci dalla peste, dai terremoti, dalla fame, e da tanti altri castighi divini, i quali gettavano lo spavento in mezzo a noi!
Il perenne miracolo della liquefazione del tuo sangue è segno sicuro ed oltremodo eloquente che vivi in mezzo a noi, conosci le nostre necessità e ci proteggi in una maniera affatto singolare.
Prega, deh! prega per noi che a te ricorriamo, sicuri di essere esauditi: e liberaci da tanti mali che da ogni parte ci opprimono.
Salva la tua Napoli dall’invadente incredulità e fa che quella fede, per cui generosamente sacrificasti la tua vita, renda sempre in mezzo a noi frutti ubertosi di sante opere.
Così sia”.