La preghiera del malato a San Leopoldo Mandic potente protettore

San Leopoldo Mandic è volato al cielo dopo aver sofferto a causa di un tumore. Una vita donata agli altri sino all’ultimo istante. Oggi accompagna i malati oncologici.

Ripercorriamo le ultime ore di vita di questo piccolo grande Santo che ha fatto della sua vita “un dono al confessionale”, per tutti coloro che volevano riconciliarsi con Dio.

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Il frate e la sua malattia

Un Santo che ci ha dimostrato come l’ascolto ed il perdono siano i pilastri fondamentali della vita di ciascuno di noi, e non solo di chi a Gesù consacra la sua vita.

Era il 12 maggio del 1866 quando, in Montenegro, nasceva quello che sarebbe diventato uno dei frati più conosciuti del secolo passato. Una vita donata a Dio nell’ordine dei Frati Cappuccini, passata quasi sempre a confessare, perché quella era una delle aspirazioni della sua vita: diventare confessore, “usando con le anime dei peccatori tanta misericordia e bontà”.

Quella misericordia e quella capacità di saper ascoltare che l’ha accompagnato per tutta la sua vita, anche durante il periodo della sua malattia. Sì, perché San Leopoldo Mandic, il Santo Patrono dei malati oncologici, anche lui ha patito la sofferenza di questo brutto male.

Era il 30 luglio del 1942 quando il Santo Frate saliva al cielo. Come racconta Gelsomino Del Guercio, riprendendo un’intervista di Agensir, gli ultimi giorni di vita di Fra Leopoldo sono stati i più importanti, non solo dal punto di vista della malattia, ma anche perché la sua fede, neanche in quella difficoltà, è venuta mai meno.

Un brutto male non ha, però, minato il suo essersi donato a Dio

Un tumore all’esofago, aveva colpito il Santo frate. Era l’aprile del 1942 quando fu ricoverato in ospedale. Dolori forti, quasi insopportabili affliggevano il suo corpo, ma ignorava di avere questo brutto male. Un male che l’ha accompagnato sino alla fine, senza però mai minare la sua capacità e volontà di confessare fino al giorno prima di morire.

I suoi confratelli di Padova raccontano: “Alle 5 del mattino del 30 luglio, padre Leopoldo percorse con grande fatica i pochi passi che separavano la sua cella fino alla cappella dell’infermeria del convento. Lì, per un’ora e mezza, si preparò, pregando, alla celebrazione della messa”.

Fra Leopoldo era lì, nel suo convento, e anche se la fatica della malattia lo attanagliava, non voleva venir meno al suo ministero. Era pronto per celebrare la Santa Messa, tanto che aveva chiesto anche aiuto ad un confratello per indossare gli abiti liturgici. Ma il suo corpo stava incominciando a cedere. Un collasso e il frate si accascia al suolo.

Lo sguardo a Maria prima di salire al cielo

Immediatamente soccorso, fu adagiato sul letto. Ricevette il Sacramento degli Infermi. Fra Leopoldo era calmo: “Signore sia fatta la tua volontà. Solo, non guardare alle mie colpe, ma usami misericordia”. Recitò le ultime parole della Salve Regina, poi salì al cielo. La malattia aveva vinto, sì, il suo corpo, ma la sua anima era pienamente di Cristo e lo è stata sino all’ultimo istante della sua vita.

Dopo la sua morte, sono stati in tanti, in particolare i malati, che lo hanno invocato ed hanno riposto in lui le loro sofferenze chiedendo conforto. Papa Giovanni Paolo II, nel 1983, lo ha proclamato Santo.

Ma sarà soltanto dall’11 febbraio 2020, Giornata Mondiale del Malato, che, dopo un percorso durato anni e partito nel 2016, che la Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti ha ufficialmente riconosciuto San Leopoldo Mandic come “Patrono dei malati oncologici”. Ha vissuto su di se le sofferenze di questo brutto male, portando la sua croce sino alla fine e al cospetto di Dio.

Ancora oggi è conforto di tantissimi ammalati che a lui si rivolgono e anche del loro familiari che li assistono e, con loro, vivono questo momento così difficile.

Oggi è il Santo Patrono dei malati oncologici

Affidiamogli, e preghiamo con loro e per loro, a San Leopoldo perché stringa la loro mano e li segua verso il cammino della guarigione:

O caro San Leopoldo,

tu hai sempre aiutato e consolato quanti ricorrevano a te

nelle loro necessità spirituali e materiali.

Animato da grande confidenza, anch’io ricorro a te,

così ricco di benevolenza e generosità.

Nella tua vita hai provato il turbamento e la fatica di vivere con il tumore: stammi vicino.

Tu conosci la mia angustia e trepidazione:

vieni in mio aiuto.

Sorreggi la mia fede, rafforza la mia speranza,

ottienimi la grazia di affrontare la sofferenza e le cure del mio male,

superando positivamente questa prova.

Intercedi presso il Padre affinché il mio cuore trovi la pace e la serenità vera.

Fa’ che io possa, con animo riconoscente,

ringraziare quel Dio misericordioso che tu stesso proclamavi “medico e medicina”.

Amen”

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