Come facevano i Santi a non cedere alla rabbia? Uno di loro, in particolare, ci indica una buona strategia per placare il nostro stato d’animo quando è in preda alla rabbia.
Possibile che non si siano mai trovati in situazioni difficili o complicate e non abbiano mai “perso la pazienza”?
C’è un Santo, in particolare che quando sentiva dentro di sé ardere la rabbia, pregava Dio in questo modo.
Per non cedere alla rabbia
La rabbia è uno dei “sentimenti” (se così può esser definito) che maggiormente ci affligge. Chi di noi non è mai stato, almeno una volta, colto da un impeto o da uno scatto di rabbia e, difficilmente, è riuscito a contenerlo. Una volta calmati, però, ci chiediamo come, ad esempio, i Santi, siano mai riusciti a contenerla.
O meglio: i Santi si sono mai arrabbiati? Hanno sempre accettato tutto ciò che a loro veniva posto davanti da Dio? La maggior parte di noi risponderà di sì, “altrimenti non sarebbero diventati santi”. Eppure, sappiamo bene che ognuno di noi può aspirare alla santità, proprio come i Santi del Paradiso.
Dio vuole entrare in relazione con ognuno di noi, vuole conoscerci, anche se già sa tutto di noi. E vuole farlo soprattutto nei nostri momenti difficili, in quei momenti dove pensiamo e ci chiediamo proprio: “Ma Dio dov’è?”.
Ricordiamoci che “arrabbiarsi” è dannoso e le conseguenze possono essere anche gravi. E’ provato che lo stress fisico e mentale, dettato dalla rabbia possono portare queste conseguenze, in particolare all’apparato digerente, che è una sorta di secondo cervello.
E sono i nostri momenti di rabbia e di angoscia, dove questi due sentimenti iniziano a prendere il sopravvento.
San Francesco di Sales ci viene in aiuto
C’è stato un Santo, però, che ha trovato il miglior rimedio possibile agli scatti d’ira e di rabbia, chiedendo proprio aiuto al Signore. Lui era San Francesco di Sales. Ed ecco proprio una preghiera da recitare quando siamo sul punto di arrivare a perdere la pazienza. Chiediamo aiuto a Gesù perché calmi il nostro animo:
“Col tuo aiuto, Signore, voglio esercitarmi nella dolcezza attraverso gli incontri e le contrarietà quotidiane.
Appena mi accorgerò che la collera si accende in me, raccoglierò le mie forze, non violentemente ma con dolcezza, e cercherò di ristabilire il mio cuore nella Pace.
Poiché so di non potere nulla, da me solo, avrò cura di invocarTi in mio soccorso, come fecero gli Apostoli sballottati dal mare furibondo.
Insegnami ad essere dolce con tutti, anche con quanti mi offendono o mi sono opposti, e perfino con me stesso, perché non mi abbatta per via dei miei difetti.
Quando, malgrado i miei sforzi, cadrò, mi riprenderò dolcemente e dirò: ‘Andiamo, mio povero cuore, rialziamoci e lasciamo per sempre questa fossa. Ricorriamo alla Misericordia di Dio, che ci verrà in aiuto.
Amen”