La caratteristica che colpisce nei santi è la relazione con Dio. Per questo sono preziose le loro autobiografie o le biografie di chi li ha conosciuti nell’intimo, come la vita di Santa Caterina scritta dal suo confessore. Ho conosciuto un santo e son rimasto stupito per il continuo rapporto con Dio: con gli Angeli, con San Giuseppe, Maria, Gesù, lo Spirito Santo e così via: giorno e notte. Ho appreso da lui questa dimensione che non mi era stata trasmessa chiaramente nel messaggio cristiano.
Mi avevano insegnato a fare il mio dovere, a vivere la castità (tema insistentemente ripetuto), a rispettare i genitori con il seguito degli altri comandamenti. Il primo comandamento rimaneva però ermetico. Solo la rilettura dei Vangeli mi ha portato a scoprirlo come il vero segreto dei santi. La continua relazione di Gesù con Suo Padre ha incrinato la crosta della mia superficialità. Qual è la virtù che Lui più loda? La fede: più volte esplicitamente posta ad esempio nella donna cananea, nel centurione, nell’emorroissa… persone considerate ignoranti dai dottori della Legge. L’amore per il prossimo viene esemplificato in un samaritano, un personaggio da cui non ci si attende nulla di buono.
Gesù pone se stesso come via (esempio) e verità (rivelazione), ma anche come vita: quella vitalità che ci stupisce negli Apostoli e nei santi. La relazione con Dio dà vita, nasce dalla fede e si riversa nell’amore. Preghiera mentale, confessione, Rosario, lettura spirituale, Santa Messa: canali di vitalità.
fonte: pippocorigliano