Nuove indagini scientifiche sono state condotte sul misterioso telo di lino. È stato confermato da un gruppo italiano che la Sacra Sindone risale a 2000 anni fa.
Che sia veramente il sudario che ha avvolto il corpo esanime di Gesù o no, certo è che fa parlare di sé. E più passa il tempo più le ragioni vanno della conferma della plausibilità dell’ipotesi.
Il lenzuolo di lino conservato nella Cattedrale di Torino per tante persone è quello che ha raccolto le spoglie del corpo martoriato di Gesù. Ma cosa dicono i dati scientifici? Il lenzuolo ha impressa la sagoma di un uomo che è stato torturato. I segni delle ferite rimaste impresse col sangue sono compatibili con quelli di un uomo morto per crocifissione e, in particolare, coincide tutto con i racconti della passione e morte di Gesù che ci hanno riportato gli evangelisti. Tutto ciò che è scritto si ritrova nell’immagine della sindone.
Il lenzuolo è di lino pregiato, probabilmente proveniente dall’India. La prima notizia certa riferita sulla Sindone risale al 1353. Il cavaliere Goffredo di Charny risiede a Lirey. Fa costruire presso la sua abitazione una chiesa. Completati i lavori dona il lenzuolo che ha avvolto il copro di Gesù. Non ha mai detto a nessuno da dove viene, come ne è entrato in possesso o perché è così certo della sua autenticità.
Nel 1415 ne entra in possesso il Conte Umberto de la Roche. Nel 1449 è a Chimay, in Belgio dove il Vescovo ordina delle indagini per accertante l’autenticità. Si riveleranno molto complicate. Nel 1453 viene acquistata dai Duchi di Savoia, che la conservano a Chambery. Nel 1502 i Savoia fanno costruire una cappella con l’intenzione di esporla alla pubblica venerazione. Ottengono nel 1506 il permesso da Papa Giulio II.
Nuove indagini scientifiche sulla Sacra Sindone
La notte tra il 3 e il 4 dicembre del 1532 la Sindone rischia di andare perduta a causa di un incendio scoppiato nella cappella dove è custodita. Ne resta solo in parte danneggiata. Ancora oggi riporta i segni di alcune bruciature, ma la sagoma dell’uomo e le sofferenze che ha patito sono ancora ben visibili. Sarà costretta a vari trasferimenti prima di approdare in Italia, a Torino nel 1578.
La città piemontese la custodisce fino ad oggi. Il progresso della scienza e della tecnica consentono di condurre accurate indagini con lo scopo di accertare ciò che molti credono per fede. Nel 1959 nasce anche il Centro Internazionale di Sindonologia la cui missione è quella di promuovere studi e ricerche sulla Sindone. Non dimentichiamo che la proprietà della Sindone è dei Savoia. Solo nel 1983 alla morte di Umberto II, l’ultimo Re d’Italia, egli nel suo testamento la lascia in eredità al Papa.
In quel tempo San Giovanni Paolo II, stabilisce che resti a Torino. Nel 1988 tre laboratori internazionali conducono l’esame del carbonio 14 che permette una prima datazione scientifica della Sidone. Essa è datata agli anni 1260-1390. Ma in tanti esperti non concordano. Questa datazione mette in crisi il legame con Gesù. Gli studi procedono e anche la tecnica scientifica.
Arriviamo al 21 agosto 2024, quando è reso noto il prodotto della ricerca di alcuni esperti italiani. Gli studiosi si sono avvalsi di una recentissima tecnica basata sui raggi x che ha permesso di datare la Sindone a circa 2000 anni fa. Quindi l’immagine impressa col sangue di quelle braccia incrociate e di un corpo terribilmente torturato potrebbe effettivamente essere del nostro buon Signore. Non dimentichiamo che il Vangelo di Matteo riporta che Giuseppe di Arimatea dona un lenzuolo di lino per avvolgere il corpo di Gesù.
La firma italiana nella svolta
Gli scienziati dell’Istituto di Cristallografia del Consiglio Nazionale delle Ricerche hanno usato una tecnica che misura l’invecchiamento naturale della cellulosa di lino e la converte nel tempo trascorso dalla produzione. Tra i parametri per misurare l’invecchiamento ci sono stati la temperatura e l’umidità. Questo gli ha permesso di stabilire che il lenzuolo è stato conservato prima di arrivare in Europa per 13 secoli a una temperatura di circa 23 gradi e un’umidità relativa del 55%.
I risultati sono stati comparati con altri reperti di lino rinvenuti intorno a Israele e datati intorno al I secolo. Sono pienamente compatibili mentre non c’è alcuna corrispondenza con analoghi campioni che risalgono tra il 1260 e il 1390. Il Dott. Liberato De Caro, uno dei membri dell’equipe che vi ha lavorato, ritiene che la datazione precedente sia sbagliata perché il test del carbonio 14 non è attendibile se prima il campione non viene accuratamente e correttamente pulito.
La scoperta del gruppo italiano chiaramente ravviva la fede di molti. Ad ogni modo la storia avrà ancora da dirci sul mistero di questo telo. Certo è che al di là delle evidenze scientifiche il telo mostra fino a che punto l’uomo sia capace di fare del male agli altri uomini. Torturare, martoriare, lasciare morire in una feroce agonia è disumano. È stato fatto e si fa ancora nella storia.
Che sia di Gesù o no, quel corpo è di un uomo che ha sofferto molto. Forse questo ci deve far riflettere. Sapere che sia Gesù o un qualunque uomo non cambia la sostanza: quando smetteremo di far soffrire i nostri simili? Quando inizieremo ad avere rispetto assoluto per ogni vita umana?