C’è un ritardo ammesso perché la Messa domenicale sia valida?
Molti di noi si saranno trovati nella condizione in cui, per svariate ragioni, hanno raggiunto la Santa Messa con ritardo. I fedeli in questo caso si saranno sentiti in colpa e si saranno chiesti se questo fosse un vero e proprio peccato (Omissione di Santificazione delle Feste) e come avrebbero potuto ovviare a questa colpa. La risposta a questo quesito l’ha fornita sulle pagine di ‘Papa Boys 3.0’ il sacerdote Angelo Bellon.
Padre Bellon comincia col fare una netta distinzione tra chi arriva in ritardo per un caso fortuito (Un guasto alla macchina, un imprevisto…) e chi arriva in ritardo per negligenza. Chiaramente nel primo caso non si tratta di un peccato, il padre spiega che dopo il Concilio di Trento, che riformava la Santa Messa come il sacrificio e la mensa della parola, era necessario arrivare prima dell’offertorio (le messe erano proclamate in latino e a bassa voce) ma che dopo il Concilio Vaticano II la presenza alla mensa della parola è diventata anch’essa obbligatoria.
Dunque se si arriva in ritardo per cause esterne e non preventivabili non si è in peccato ma viene comunque a mancare il nutrimento spirituale che la mensa della parola offre a ciascun credente, per ovviare a questa mancanza, Padre Bellon offre due distinte soluzioni: la prima sarebbe quella di effettuare personalmente le letture, mentre la seconda consisterebbe nel aspettare la Messa successiva per recuperare la parte mancante. In caso di negligenza, al contrario, si manca di rispetto al Signore e dunque si commette peccato perché si ritiene superflua la sua parola.
Spiegata questa differenza il sacerdote si sofferma su un dettaglio ulteriore richiesto dal fedele che gli chiedeva se fosse vero che la Messa è valida se si arriva prima della proclamazione del Vangelo e se esistesse una regola in merito: “Un manuale di teologia morale (Aertnys-Damen-Visser, Theologia moralis), che tiene conto di quanto voluto dal Concilio che esorta alla partecipazione integra della Messa (Sacrosantum Concilium 28) e che tiene conto anche di quello che può capitare quando si decide di andare a Messa (la macchina non parte, una persona che ci ferma e ci saluta, un contrattempo…), dice che le parti prima del Vangelo non obbligano sotto pena di peccato grave”.
La risposta è affermativa, le parti precedenti alla proclamazione del Vangelo non sono obbligatorie, ciò nonostante, ci tiene a sottolineare il Parroco, “Non si può partire di qui per dire che queste parti della messa possano essere omesse senza mancare di rispetto per Dio. Pertanto ogni cristiano, per una esigenza del cuore, deve fare di tutto per amare il Signore con la totalità di se stesso, senza farsi sconti”. In sunto, per rispondere a chi si trovasse nella condizione di ritardo, non è una colpa grave arrivare saltuariamente in ritardo ma questo non deve costituire un motivo per saltare volontariamente alcune parti della Messa.