Prima di morire l’esistenza che abbiamo vissuto scorre, come in un flash, davanti ai nostri occhi. A rivelarlo è uno studio dell’Università Hadassah di Gerusalemme condotto su 264 soggetti che sono stati sul punto di morire e
sono poi tornati miracolosamente in vita, e pubblicato sulla rivista Consciousness and Cognition. Non si tratta però dei classici “flashback” che si vedono in tanti film hollywoodiani, quando tutta la vita – dalla nascita agli ultimi, dolorosi istanti – passa sotto lo sguardo di chi sta per morire. Si tratta piuttosto di qualcosa di simile alle esperienze di “premorte” che si vivono quando ci si sente in prossimità della morte stessa. Secondo i riceratori dell’ateneo israeliano, tali esperienze sono dovute a quelle parti del cervello che memorizzano i ricordi, e che sono le ultime a cessare di funzionare nel corpo umano in quanto non necessitano di ossigeno e non sono suscettibili a perdite di sangue.
La particolarità del fenomeno, spiega ancora lo studio, è che le immagini in questione non scorrono in ordine cronologico. Tutti i soggetti coinvolti nella ricerca hanno infatti raccontato di aver rivissuto i ricordi della loro vita, ma in modo casuale, non in ordine di tempo, e molti di quei ricordi sono stati rivissuti “simultaneamente”. Altri hanno addirittura riferito di aver rivisto dei momenti della loro vita ma come se fossero osservati da un’altra persona e non da loro. Secondo i ricercatori che hanno curato lo studio, quest’ultimo apre nuovi orizzonti su quello che loro stessi hanno definito “uno dei fenomeni mentali più intriganti che affascina gli esseri umani da tempo immemorabile”, coniando il termine “revisione dell’esperienza di vita (LRE)”. “Tutto ciò – concludono – suggerisce che nel sistema cognitivo esiste una rappresentazione degli eventi della vita come un continuum, la quale può esprimersi in modo più marcato in condizioni estreme di stress psicologico e fisiologico”.