In un momento in cui si intravede un ritorno del comunismo, ateo e anti-cristiano oltre che anti-umano, la testimonianza che viene dalla figlia di uno dei fondatori di questa ideologia colpisce nel segno.
La storia di Svetlana Alliluyeva, figlia del noto dittatore del novecento Iosif Stalin, non è molto conosciuta ma è dir poco sensazione e mostra come le vie del Signore si intrecciano talvolta con luoghi e volti di cui non ci si aspetterebbe.
La conversione al cattolicesimo della figlia di Stalin
La conversione al cattolicesimo della figlia di Stalin è infatti parte di questa grande realtà. Svetlana ha sempre preferito portare il nome di sua madre, Alliluyeva, ma fin da piccola venne fatta crescere a contatto con l’ateismo più duro e spietato che possa esistere.
Non a caso il babbo Iosif è universalmente considerato come uno uno dei dittatori più sanguinari del ventesimo secolo, insieme ad esempio ad Adolf Hitler, ed è anche uno dei più spietati persecutori del cristianesimo che abbiano mai guidato un intero popolo. Stalin è infatti noto per essere l’autore di alcuni dei crimini politici più efferati della storia dell’umanità. Fatti come persecuzioni, incarcerazioni, torture, ma anche terribili deportazioni nei campi di lavoro forzato, o un numero molto alto di omicidi effettuati sotto il suo regime.
Il rischio di ritorno del comunismo in Europa anche al giorno d’oggi
In questi giorni si parla di un incremento di voti, in Russia, del partito Comunista, che stavolta accoglie anche la Chiesa ortodossa (a parole) e che quindi vorrebbe insidiare il governo di Vladimir Putin, ponendosi in una posizione a dir poco paradossale di “difensore della democrazia”.
Tuttavia c’è anche chi, come lo scrittore americano Rod Dreher, autore del famoso libro “L’opzione Benedetto”, vede una sorta di rinascita del comunismo in Occidente sotto mentite spoglie. Quelle ad esempio del “politicamente corretto”, della cancel culture e della cultura della presunta “uguaglianza”, o meglio omologazione, che dall’ideologia gender finisce all’utero in affitto ma anche a una vera e propria persecuzione della libertà di pensiero, imbavagliando nelle maniere più dure chiunque la pensi diversamente da loro su temi a dir poco problematici e inquietanti.
In quale forma il comunismo rischia di tornare nella nostra società
“Non sono io a dirlo, ma persone che hanno vissuto sotto il comunismo. Ho incontrato e intervistato queste persone: non vedono una ripetizione totalmente identica del comunismo. Non c’è un ritorno dei gulag o di Stalin, della polizia segreta. Quello che vedono è un impegno della sinistra militante a creare una società perfetta, una sorta di utopia. La sinistra spinge una visione politica che avvolge ogni angolo dell’esistenza: negli Stati Uniti non si parla d’altro che di coscienza razziale e di gender”, ha detto Dreher al quotidiano La Verità.
Che ha spiegato come si intenda questo ritorno dell’ateismo comunista di Stato nelle nostre società. “Nella società sovietica si diceva che ogni ambito della società doveva essere orientato alla rivoluzione. Oggi succede lo stesso con l’ideologia gender“, continua Dreher. “Le persone di cui parlavo prima, che hanno vissuto sotto il comunismo, vedono che oggi nella società occidentale si deve fare molta attenzione a ciò che si dice. Perché se si dicono le cose sbagliate si rischia di perdere il proprio lavoro, perfino gli amici. Ed è incredibile che tutto ciò accada in una democrazia liberale”.
La testimonianza della figlia di Stalin più forte di ogni male
La storia della figlia Svetlana è però la più forte testimonianza di fronte a questo rischio a cui le nostre società starebbero per andare incontro. Ella infatti al termine di un lungo percorso personale e spirituale rinunciò al materialismo per abbracciare la fede cattolica. La donna, scrittrice sovietica naturalizzata statunitense, è quindi morta dopo essersi riconciliata con Dio nel 2011. Molto lontana dall’ateismo e dal materialismo con la quale il papà l’aveva educata.
“Oggi molte persone trovano più facile pensare a Stalin come a un mostro fisico grossolano. In realtà, era un mostro morale e spirituale. Questo è molto più spaventoso. Ma è la verità”, furono le dure parole della figlia. Che impiegò anni per scoprire veramente chi era il suo papà.
“Era uno sguardo terribile, pazzo o forse arrabbiato e pieno di paura”
“Mio padre è morto di una morte terribile e difficile“, affermò ancora la donna. “La sua agonia è stata terribile. È letteralmente morto soffocato, mentre lo guardavamo. E in quello che sembrava l’ultimo momento, all’improvviso egli aprì gli occhi e guardò tutti nella stanza. Era uno sguardo terribile, pazzo o forse arrabbiato e pieno di paura della morte. Poi, improvvisamente, alzò la mano sinistra. Il gesto è rimasto incomprensibile e carico di minaccia”.
Svetlana, dopo la morte del padre nel 1953, visse in disgrazia e con il governo sovietico. Il suo processo di conversione iniziò con il rifiuto del cognome del padre nel 1962, a favore di quello della madre, e con il battesimo che ricevette nella Chiesa ortodossa russa. Quando fece un viaggio in India nel nel 1966 chiese asilo all’ambasciata degli Stati Uniti, e nell’anno sbarcò in Nord America.
Il Signore aveva preparato per lei un piano ben preciso
Lì capì che il Signore aveva preparato per lei un piano ben preciso. Dopo una vita piuttosto disordinata, con cambi di religione e matrimoni che precedettero divorzi, negli Stati Uniti ricevette la chiamata di Dio attraverso un sacerdote cattolico. Questo era padre Giovanni Garbolino, e fu proprio sotto la sua guida che nel dicembre 1982 la figlia di Joseph Stalin si convertì alla fede cattolica.
Le parole che pronunciò rimasero quindi a dir poco nella storia, nonostante la coltre di nascondimento che si cerca di tenere intorno ad essere ancora oggi. “Solo ora comprendo la meravigliosa grazia che producono i sacramenti della Penitenza e della Santa Eucaristia, qualunque sia il giorno dell’anno, e anche ogni giorno”, disse Svetlana.
“Prima non ero disposta a pentirmi. L’Eucaristia mi ha dato la vita”
“Prima non ero disposta a perdonare e pentirmi, e non avrei mai potuto amare i miei nemici. Ma ora mi sento molto diversa da prima, visto che frequento la messa tutti i giorni”, affermò la donna. “L’Eucaristia mi ha dato la vita. Il Sacramento della Penitenza con Dio che… abbandoniamo e tradiamo ogni giorno, il senso di colpa e di tristezza che poi ci invade, tutto questo rende necessario riceverlo frequentemente”.
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Svetlata crebbe in pratica anche senza la madre, ma spiegò che la Vergine Maria, dopo la sua conversione, non la abbandonò mai. “Sono stata accolta tra le braccia della Beata Vergine Maria. Chi altro potrebbe essere il mio avvocato se non la Madre di Gesù? Improvvisamente mi ha attirato a sé”.