Esorcista racconta la storia della sua incredibile conversione avvenuta a Medjugorje, dove Dio lo ha sorpreso letteralmente nel sonno.
Una storia terribile lo aveva allontanato fin da bambino dalla Chiesa, portandolo a un passo dall’inferno. Ma la misericordia di Dio è venuta a fargli visita quando meno se lo sarebbe aspettato.
Ha davvero dell’incredibile la storia di padre Daniel Reehil, 58enne esorcista della diocesi di Nashville (Tennessee) nonché direttore di Radio Maria Usa. Qualche tempo fa abbiamo parlato della sua testimonianza nel campo degli attacchi diabolici.
Ma anche la sua vicenda umana è preziosa dato che, oltre a essere legata a Medjugorje, ci parla di come Dio possa agire nella vita di ognuno di noi anche nelle circostanze più impensabili.
Un episodio terribile lo allontana dalla Chiesa Cattolica
Il sacerdote americano si è raccontato al canale YouTube “Fruits of Medjugorje”, al quale ha spiegato di essere cresciuto in una famiglia cattolica. La prima volta che ricorda di aver sentito parlare di Medjugorje – lo sentiamo raccontare – risale al 1989, quando sua madre vi si recò in pellegrinaggio per chiedere la guarigione del fidanzato della figlia, in coma da sei mesi per un brutto incidente d’auto.
Ma il piccolo Dan di allora aveva già deciso di non voler avere nulla a che fare con la Chiesa Cattolica. A dieci-undici anni infatti era stato abusato da un sacerdote: un’esperienza terribile che lo aveva segnato spingendolo lontano dalla Chiesa. Per vent’anni anni non ci metterà più piede.
La vita di Daniel prende dunque altre strade: dopo il college si trasferisce a Manhattan per entrare nel duro mondo finanziario di Wall Street. Scopo dichiarato: fare un mucchio di soldi, nella convinzione che sia il denaro a fare la felicità. Riesce effettivamente a centrare il suo obiettivo: i soldi arrivano a palate.
Un successo senza felicità
Tutto bene dunque? Non proprio. Il giovane Reehil si accorge presto che coi soldi non gli è arrivata la felicità, ma il suo esatto contrario. È infelice e inquieto al punto da non riuscire più nemmeno a dormire: di notte i suoi sogni si popolano di incubi. Un esito inevitabile, spiega adesso padre Dan, perché «la felicità non viene dal denaro, ma dal rapporto con Gesù».
A portarlo verso un lento e inesorabile naufragio esistenziale era proprio lo stile di vita degli squali della finanza, avverte ora il sacerdote. Per avere successo a Wall Strett devi essere una persona dura: cinico, arrabbiato col mondo, spietato, concentrato solo su te stesso e sulla tua carriera. Insomma, un «business da tagliagole», parole sue, che produce un caos interiore.
La visita “casuale” a Medjugorje
Arriva il 1998: Daniel affitta una villa in Italia, ad Amalfi, per passare una vacanza in compagnia di alcuni amici di New York. Improvvisamente un’amica gli manifesta il desiderio di andare a Medjugorje e lo convince ad accompagnarla.
Appena arrivati, Dan si guarda attorno e vede soprattutto donne anziane impegnate a pregare il rosario. «Non appartengo a questo posto», è la sua conclusione immediata. Decide subito di andarsene l’indomani, dopo essersi riposato. Così va a dormire.
«Ogni anima ha il suo giorno di visitazione», ha detto una volta Fulton Sheen: il giorno in cui Cristo si presenta a ognuno di noi. Quel giorno per Daniel Reehil giunge proprio quella notte.
Al risveglio, racconta il presbitero, qualcosa era cambiato. Anzi tutto. La sua non era stata precisamente la notte dell’Innominato: nessun tormento angoscioso, aveva dormito senza patemi. Ma quella mattina, ricorda, aveva sentito in sé qualcosa che andava al di là di una semplice sensazione di pace: «Mi sentivo come se tutto andasse bene con me e con il mondo. Con me, con Dio, con tutto. E non mi ero confessato. Quindi è stato un regalo, è stato un dono miracoloso».
La prima confessione dopo 20 anni e la profezia del sacerdote
Il giorno dopo andrà a confessarsi dopo vent’anni. Al termine della confessione, dopo l’assoluzione il sacerdote si lancia in questa profezia del tutto inaspettata, almeno da Daniel: «Penso che tu abbia la vocazione per essere un sacerdote». Inutile dire che lì per lì la sua reazione alle parole dello sconosciuto confessore è un impasto di stupore e incredulità, dopo tutto quello che gli ha raccontato in confessionale, a cominciare dalla vita folle degli anni passati nel mondo crudele e distorto di Wall Strett.
Ad ogni modo per una settimana Daniel segue tutto il programma di Medjugorje: Messa, Confessione, Croce Blu, salita al Krizevac e alla Collina delle apparizioni.
Al ritorno a Wall Street per Dan comincia il difficile: ripiombato in quel mondo lontano anni luce dal Vangelo capisce subito che solo un’intensa vita di preghiera può evitargli ricadute. Così inizia a seguire un programma scrupoloso: recita del rosario mattina e sera, per cominciare. Anche quando cammina per strada sgrana la corona. Durante la pausa pranzo poi non manca mai di andare a messa. Si unisce anche all’Associazione dei Giovani Cattolici di Wall Street.
La chiamata di Dio
Un giorno un sacerdote, che presto diventerà il suo direttore spirituale, lo prende da parte e lo sollecita a pregare Dio per chiedergli cosa debba fare nella sua vita. Dopo 18 mesi di preghiera quotidiana, il 5 novembre del 2000 arriva la chiamata.
È una domenica: seduto tra i banchi dopo la Messa, mentre sta ringraziando per la Comunione ricevuta, Dan sente una voce che gli dice: «Vieni e seguimi!». Incredulo, si gira. Ma attorno a sé non c’è nessuno. È così che capisce quale sia il disegno di Dio per lui: diventare sacerdote.
Tra eremitaggio contemplativo e sacerdozio
Dopo l’11 Settembre Dan, che nel frattempo ha lasciato il lavoro e non può stare a casa propria a Lower Manhattan (il quartiere viene chiuso per due mesi dopo il devastante attentato), si sposta a Boston. È lì che lo ha invitato un grande sacerdote, padre Tom DiLorenzo, per fargli toccare con mano quale sia la vita di un prete diocesano.
Inizia così il seminario, che lascia dopo due anni di studio della teologia per andare a fare l’eremita contemplativo a Omaha, in Nebraska, dove assimila un grande insegnamento spirituale: ogni pastore deve anche essere, a immagine del Signore Gesù, agnello del sacrificio. Dopo cinque anni passati a vivere i consigli evangelici di povertà, castità e obbedienza torna in seminario per finire gli studi.
Quando sta per terminare il suo percorso in seminario, Daniel riceve la telefonata del vescovo di Nashville, David Choby, che gli chiede di venire a incontrarlo nella capitale del Tennessee. Il vescovo lo accoglie a casa propria dopo averlo prelevato personalmente in aeroporto (tutti gesti alquanto inusuali). E una settimana dopo gli dice: «Sai Daniel, penso che tu debba venire a stare in Tennessee e diventare prete qui». Sarà lui stesso a ordinarlo sacerdote nella diocesi di cui diventerà esorcista.
Ritorno a Medjugorje: un cerchio che si chiude
Il cerchio delle tante peregrinazioni esistenziali di padre Dan (una storia molto americana peraltro) si chiude in fondo come tutto era iniziato. Col ritorno a Medjugorje, da sacerdote, accompagnando un gruppo di pellegrini dal Tennessee, a diciannove anni di distanza dalla confessione che aveva cambiato per sempre la sua vita.
Proprio lì, nel luogo in cui un dono miracoloso lo aveva portato a sperimentare la misericordia di Dio, Daniel Rieehl incontrerà nuovamente il sacerdote che lo aveva confessato. Che lo riconoscerà, dicendogli poi: «Ho pregato per te».
Prima della conversione a Medjugorje, spiega l’esorcista di Nashville, «avevo un piede all’inferno e un altro su una buccia di banana». Ma come ha scritto da qualche parte Gustave Thibon «la misericordia di Dio discende sempre più in basso di quanto non cada la miseria dell’uomo».
«Nulla è impossibile a Dio» (Lc 1,37). Lo testimonia la vita di Daniel Reehil, ex lupo di Wall Street dal cuore ferito a causa di un prete indegno e traditore. E ora, rinato a vita nuova, sacerdote, esorcista e annunciatore del Vangelo attraverso Radio Maria Usa.